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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Società pubbliche, le nomine: Moretti-Finmeccanica, Marcegaglia-Eni

Riempite tutte le caselle delle grandi aziende partecipate dallo Stato: Moretti a Finmeccanica, Marcegaglia presidente di Eni. L'addio dei supermanager costa caro: 20 milioni di euro di buonuscite

ROMA - Società pubbliche, scatta il ricambio. Il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan hanno avuto un faccia a faccia a Palazzo Chigi, durato quattro ore, per limare gli ultimi particolari e riempire tutte le caselle delle grandi società quotate pubbliche.

Da oggi Eni, Enel, Terna, Finmeccanica, Poste Italiane, Ferrovie hanno nuovi amministratori delegati e nuovi direttori generali. Le scelte sono state rese note alla chiusura dei mercati. Ci sono alcuni volti nuovi e diverse donne manager. L'ex a.d. delle Ferrovie, Mauro Moretti, approda a Finmeccanica sempre come amministratore delegato, mentre Gianni De Gennaro, attuale presidente, viene confermato. Per l'Eni la presidenza è andata Emma Marcegaglia, mentre la poltrona di a.d. a Claudio Descalzi. Luisa Todini e Francesco Caio approdano alle Poste, mentre la nuova presidente di Enel sarà Patrizia Grieco, a.d. Francesco Starace. A Terna, per il momento, è certo soltano il presidente: anche in questo caso si tratta di una manager donna, Catia Bastioli; mentre per l'amministratore delegato serve ancora un giorno di riflessione. E' stato inoltre proposto un tetto ai compensi dei presidenti di 238mila euro.

Soddisfatto ovviamente il premier Matteo Renzi. "Sono professionisti autorevoli, tra cui molte donne. Lavoreranno per obiettivi strategici ambiziosi - ha detto il premier - Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all'avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali".

BUONUSCITE MILIONARIE - Per Scaroni (Eni), Conti (Enel), Cattaneo (Terna) e Sarmi (Poste italiane) insomma il momento dell'addio è arrivato. Un addio che costerà caro alle casse delle aziende partecipate dallo Stato. Ogni amministratore delegato di peso che se ne va, infatti, porta con sé una ricchissima buonuscita. E i numeri fanno paura. Il settimanale L'Espresso ha calcolato che la liquidazione di Conti, ex ad Enel, dovrebbe ammontare a 6,4 milioni. Quella di Scaroni, ex manager Eni, a 8,3 milioni. Fa eccezione Alessandro Pansa, ad di Finmeccanica: il manager ha rinunciato “all’applicabilità di qualsiasi trattamento di fine mandato in caso di cessazione dalla carica”. Sommando tutti i tfr fra loro si arriverebbe alla cifra "monstre" di 20 milioni di euro. Non resta che sperare che, al momento delle prossime liquidazioni, il tetto massimo agli stipendi sia storia di qualche anno prima.

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