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Giovedì, 25 Aprile 2024
I nuovi sostegni

I settori economici italiani più colpiti dalla guerra che riceveranno aiuti dal governo

Il governo sta preparando un pacchetto di aiuti per le imprese maggiormente colpite dalla guerra in Ucraina e dal caro energia. Tra le misure anche la cassa integrazione rafforzata

Dai sostegni per la pandemia agli aiuti per la guerra: le imprese italiane sono nuovamente al centro di una tempesta che si è scatenata con l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo. L'effetto boomerang delle sanzioni a Mosca imposte dai paesi occidentali si sta facendo sentire su molte imprese tricolori, con intere filiere costrette ad interrompere l'attività per il blocco dell'export. A questo si aggiunge l'effetto devastante del caro energia che sta costringendo moltissime imprese al fermo della produzione, soprattutto quelle energivore. Considerata la situazione di grave turbamento economico, la Commissione europea ha concesso ai governi di utilizzare denaro pubblico per alleviare l’impatto negativo provocato dal conflitto, o meglio per offrire liquidità alle imprese. "Siamo pronti ad usare piena flessibilità del nostro pacchetto di aiuti di Stato per permettere agli stati membri di sostenere le aziende e i settori gravemente colpiti - ha dichiarato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager - Insieme agli stati membri, stiamo esplorando le opzioni per fornire un sostegno necessario e proporzionato". Dopo il decreto taglia-prezzi su bollette e carburanti, dunque, arriverà un altro decreto dedicato ai sostegni per le imprese maggiormente colpite dagli effetti della guerra. A quali settori economici andranno gli aiuti?

Guerra in Ucraina, in arrivo sostegni alla liquidità per le imprese in difficoltà

Oltre agli aiuti pubblici alle imprese per il caro bollette, gli stati europei potranno offrire ai settori maggiormente colpiti dalla guerra in Ucraina dei sostegni per evitare il fallimento di intere filiere nazionali. I sostegni, spiega la Commissione europea, andranno alle aziende "in difficoltà, con necessità acuta di liquidità" e saranno con molta probabilità sottoforma di "garanzie e prestiti agevolati". Per il momento il governo italiano sembra aver individuato cinque grandi aree economiche nazionali, suddivise a loro volta in quindici singole categorie produttive, identificate da altrettanti codici Ateco. In totale, dovrebbero essere coinvolte dagli aiuti circa 27mila imprese che danno lavoro a 230mila addetti, anche se le imprese colpite dagli effetti negativi del conflitto sembrerebbero essere molte di più. Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, ha parlato di 184mila imprese a rischio fallimento e di 1,4 milioni di posti di lavoro in bilico.

Guerra e caro energia: 1,4 milioni di posti di lavoro a rischio 

I settori maggiormente colpiti dalla guerra 

A causa della guerra in Ucraina e del caro energia sono finite nell'occhio del ciclone soprattutto le imprese siderurgiche, dell'automotive, del legno, della ceramica e dell'agroindustria. Un pezzo della nostra economia davvero importante, che il governo sta pensando di sostenere per evitare ripercussioni pesanti sul Pil e sull'occupazione:

  • il settore siderurgico conta 551 aziende e circa 42mila addetti;
  • l’automotive circa 1.500 imprese per oltre 90mila addetti;
  • la ceramica 2.350 imprese con 30mila occupati;
  • il legno 23mila aziende e 95mila addetti;
  • nell'agroindustria ci sono 190 aziende che si occupano di fertilizzanti con circa 3.200 addetti e 150 imprese che lavorano cereali con 1.800 occupati.

A quanto pare a questi settori se ne potrebbero aggiungere altri, considerando che a causa del blocco dell'export verso la Russia stanno soffrendo anche moltissime imprese dell'abbigliamento, del lusso, dei macchinari, dei mobili e delle calzature, con distretti come quelli di Fermo al collasso. Per non parlare del turismo, che quest'anno con molta probabilità risentirà dell'assenza dei russi.

Aziende italiane e Russia: quale sarà il "peso" della guerra?  

Gli aiuti, dalla cassa integrazione rafforzata alle garanzie statali sui debiti

Il pacchetto-guerra allo studio del governo per aiutare le imprese in difficoltà potrebbe tradursi in ristori, cassa integrazione (cig) rafforzata e in garanzie statali sui debiti con le banche. La richiesta di un ammortizzatore sociale straordinario, sul modello della cassa integrazione Covid, è stata avanzata anche dal leader della Cgil, Maurizio Landini, che parlando delle 3 emergenze che stiamo affrontando (guerra, Covid e crisi climatica) ha detto: "Servono provvedimenti che siano in grado sostenere le imprese, il reddito delle famiglie, sia riducendo l’Iva sui beni di largo consumo sia intervenendo sul caro bollette, sia con cassa integrazione dove i costi di produzione non sono sostenibili. Le lavoratrici e i lavoratori - ha detto il numero uno della Cgil - stanno pagando un prezzo troppo alto per una situazione che la guerra e la fase che stiamo vivendo ha ulteriormente aggravato". Si è fatta avanti anche Sistema Moda Italia e Assocalzaturifici: insieme ai sindacati nazionali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec-Uil hanno chiesto al ministro del lavoro una cig straordinaria gratuita e l’esclusione dai limiti temporali relativi alla cig ordinaria e straordinaria. Un accorato appello in tal senso è stato lanciato anche dal consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi: "Inps e ministero del lavoro intervengano immediatamente facendo chiarezza per tutte quelle aziende e i loro lavoratori che, pur avendo commesse, stanno decidendo di non produrre perché il prezzo dell’energia elettrica e il caro carburante hanno fatto schizzare alle stelle i costi di produzione i quali non posso e non devono essere riversati interamente sui clienti/consumatori. Va introdotta immediatamente tra le causali per l’utilizzo della cassa integrazione ordinaria anche il 'caro energetico' ed al tempo stesso si elimini per tale causale l’onere a carico delle aziende".

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