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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Gli statali sono 3,5 milioni: più della metà sono donne ma non comandano

Secondo il censimento delle Istituzioni pubbliche effettuato dall'Istat è alta la percentuale femminile, ma non in ruoli di vertice. Oltre mezzo milione di dipendenti sono precari

Il personale delle istituzioni pubbliche è composto per più della metà da donne, ma difficilmente il gentil sesso ricopre ruoli di comando. Secondo i dati pubblicati dall'Istat, soltanto il 14,4% delle donne occupa ruoli al vertice, con il valore più basso che è stato registrato nelle università, dove vi sono il 7,2% di dirigenti donne, mentre quello più alto lo si  trova negli organi costituzionali con una presenza del 21,2%. 

Dal punto di vista della distribuzione geografica, il livello più basso lo troviamo in Sicilia (7,2%) ed il più elevato in Emilia Romagna (21,2%)

Tornando alla presenza femminile generale (ossia non in ruoli di vertice), al primo posto per numero di donne troviamo gli enti del Sistema sanitario nazionale con il 65,1%, mentre all'ultimo ci sono le Giunte e Consigli regionali (46,9%). Dal punto di vista contrattuale sembra che le donne abbiano una quota maggiore di tempo determinato, pari al 9,9% rispetto al 6,6% dei lavoratori uomini

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UN ESERCITO Gli statali in Italia sono circa 3,5 milioni, di cui quasi mezzo milione sono precari. A fine 2015 sono attive 12.874 istituzioni pubbliche che impiegano 3.305.313 lavoratori dipendenti, di cui 293.804 a tempo determinato (pari all’8,4%) e 173.558 non dipendenti (collaboratori, altri atipici e lavoratori temporanei), distribuiti in 106.870 unità locali. I precari, dunque, ammontano a 467.362 lavoratori.

Nel censimento dell'Istat sono inserite le forze di sicurezza, le forze armate (complessivamente circa 490mila persone di cui circa 34mila donne) e i dipendenti pubblici che lavorano all’estero (poco più di 6mila).

A livello territoriale la maggior parte del personale in servizio nelle istituzioni pubbliche è concentrato per il 35,3% in unità locali situate nel Mezzogiorno, invece il 22,6% lavora nel Nord-Ovest, mentre il 22,3% nel Centro e il 19,7% nel Nord-Est dell'Italia. .

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