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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il rapporto

Cresce il Pil, si riduce il debito. Ma c'è l'incognita Pnrr

L'Ocse rivede al rialzo le stime di crescita: +1,2% nel 2023, ma invita a prestare attenzione all'attuazione del pianto di ripresa e resilienza

Dopo un +3,8% nel 2022, il Pil dell'Italia nel 2023 dovrebbe registrare una crescita dell'1,2% (praticamente il doppio di quanto indicato lo scorso 17 marzo) per poi rallentare a +1% nel 2024. È quanto emerge dai dati contenuti dell'Economic outlook dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) presentato oggi. Il rapporto debito/pil dovrebbe invece scendere al 140,7% nel 2023 e al 139,4% nel 2024 dopo essersi attestato al 144,3% nel 2022. In calo anche il rapporto tra deficit di bilancio e Pil che risulterà praticamente dimezzato al 4,1%, a fronte dell'8% dello scorso anno, mentre nel 2024 dovrebbe arrivare al 3,2%. Le stime dell'Ocse prevedono poi che nel 2023 e 2024 il tasso di disoccupazione rimanga stabile all'8,1%, la stessa percentuale del 2022. 

Secondo le stime, scrive l'Ocse, il pil reale "crescerà in modo modesto nel 2023-24, nonostante il recente calo dei prezzi dell'energia e il previsto rafforzamento della spesa per i servizi pubblici nazionali". L'erosione dei redditi reali, l'inflazione, il ritiro del sostegno fiscale eccezionale legato alla crisi energetica e l'inasprimento delle condizioni finanziarie "stanno pesando sui consumi e sugli investimenti privati. Questi venti contrari sono solo in parte compensati dal calo dell'inflazione", scrive l'Ocse.

L'Ocse promuove la politia dell'Italia, ma invita a prestare attenzione al percorso del Pnrr. "I ritardi nell'attuazione del Pnrr potrebbero ridurre la crescita del pil" scrive l'ente parigino rilevando che a causa dell'inasprimento della politica monetaria e del ridimensionamento del sostegno fiscale alle famiglie e alle imprese nel settore dell'energia "la crescita del pil potrebbe essere ridotta".

L'Ocse sottolinea quindi che "nei prossimi anni sarà necessario un continuo consolidamento per portare il rapporto debito/pil su un percorso più sostenibile", sottolineando che "la rapida implementazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico del Pnrr sarà fondamentale per sostenere l'attività nel breve termine e per gettare le basi di una crescita sostenibile nel medio termine".

Certo, le criticità sono diverse. L'inflazione elevata "sta erodendo i redditi reali a fronte di una crescita salariale contenuta", scrive l'Ocse. Inoltre la stretta monetaria e il graduale ritiro del sostegno fiscale straordinario legato alla crisi energetica sta "pesando sui consumi privati e sugli investimenti". Nel rapporto viene infatti sottolineato che "l'inasprimento della politica monetaria dell'area dell'euro ha portato a un aumento significativo dei costi di finanziamento per le famiglie e le imprese con un aumento dei tassi di prestito bancari di oltre 2 punti percentuali nell'ultimo anno".

L'aumento dei costi di finanziamento ridurrà gli investimenti privati, in particolare nel settore residenziale, che sarà anche colpito dalla stretta al Superbonus. Le esportazioni nette contribuiscono positivamente alla crescita nel 2023-24 ma il recente apprezzamento dell'euro limiterà gli ulteriori guadagni, rileva ancora l'Ocse.

I rischi per la crescita sono pero "ampiamente bilanciati" si legge nel rapporto. "I risparmi accumulati dalle famiglie restano consistenti, il che potrebbe favorire un un rimbalzo della domanda interna più rapido di quello attualmente previsto". 

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