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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Stipendi: chi guadagna di più dopo il nuovo taglio del cuneo fiscale

Lo sconto sui contributi previdenziali a carico del lavoratore scatterà da luglio e durerà fino a dicembre 2023. Ecco le simulazioni per fasce di reddito

Crollo degli stipendi, in Italia si guadagna sempre meno: i dati sono chiari

Dal mese di luglio 2023 cominceranno ad essere applicate le nuove riduzioni del cuneo fiscale sulle buste paga. Nel consiglio dei ministri del primo maggio scorso, il governo Meloni ha approvato il decreto lavoro, un pacchetto di misure per i lavoratori: tra le altre cose, è stato rafforzato il taglio del cuneo fiscale introdotto dal governo Draghi. Il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e il netto ricevuto in busta paga dal lavoratore ed è composto da tasse e contributi: l'intervento del governo impatta proprio sulla parte contributiva pagata dal lavoratore dipendente.

Cosa cambierà, in pratica? In primo luogo, il taglio di quattro punti percentuali - misura approvata con l'ultimo decreto lavoro - consente ai lavoratori con redditi fino a 25mila euro lordi una riduzione complessiva del 7% e a quelli con redditi fino a 35mila euro lordi del 6%. Lo sconto sui contributi previdenziali a carico del lavoratore scatterà da luglio e durerà fino a dicembre 2023. Sarà di quattro punti percentuali sulle retribuzioni fino a 35mila euro lordi. Si somma al taglio di tre punti per le retribuzioni fino a 25mila euro lordi e di due punti per quelle tra 25 e 35mila euro, disposti per il 2023 con la legge di bilancio approvata lo scorso dicembre. In concreto, quello che viene riproposto è lo stesso meccanismo attualmente già previsto, ovvero l'abbattimento della ritenuta contributiva a carico dei dipendenti.

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Secondo quanto emerge dalle simulazioni elaborate dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, la riduzione dei contributi può arrivare a poco meno di 108 euro mensili per le retribuzioni di 2.692 euro, cioè quelle fino alla soglia massima che consente di beneficiare dell'agevolazione in questione. Con una retribuzione di 1.500 euro, il risparmio in busta paga è di 60 euro mensili, che salgono a 75 euro rispetto al 2022, considerando anche l'intervento già previsto con la legge di bilancio 2023. Ai lavoratori di questa fascia di reddito, infatti, il governo aveva già innalzato di un punto percentuale la misura prevista l'anno scorso.

Se la busta paga è di 1.000 euro al mese, la riduzione che emerge con l'intervento del decreto lavoro è di 40 euro mensili, 50 euro facendo sempre un confronto rispetto al 2022. A beneficiare della riduzione massima, ovvero quella del 7%, sono le buste paga che arrivano fino a un massimo di 1.923 euro. In questo caso la riduzione è di poco meno di 80 euro. Se si fa una comparazione con le retribuzioni del 2022, la riduzione per i redditi fino a 1.923 è di circa 96 euro. 
 

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