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Giovedì, 28 Marzo 2024
RIFORME

Ecco come cambiano stipendi e qualifiche per gli statali

Critici i sindacati, che temono tagli e annunciano di essere pronti a dare battaglia. Il ministro Madia smorza i toni e parla di timori infondati

ROMA - Si torna a parlare di mobilità e retribuzioni per gli statali. Come ricorda Il Messaggero, le organizzazioni sindacali hanno ricevuto ieri il decreto del presidente del Consiglio dei ministri con annesse le tabelle di equiparazione, che consentono di trasferire un dipendente pubblico da un comparto all'altro della PA, a parità di stipendio: un lavoratore trasferito su base non volontaria, deve essere collocato in un'area e in un livello economico il più possibile corrispondente a quello di provenienza, anche se nella struttura di arrivo il lavoro del personale è organizzato in maniera diversa.

Il quotidiano romano fa l'esempio di un "dipendente con inquadramento III F7 nel ministero (il più alto) e trattamento economico pari a 30.648,62 euro corrisponde a un D6 nel comparto Regioni-enti locali, dove però la relativa retribuzione è di 28.342,72 euro". Secondo il decreto, è previsto che questo lavoratore "possa mantenere il trattamento economico fondamentale e accessorio se più favorevole (come appunto nel caso in questione), ma questo avverrà attraverso l’erogazione di un assegno ad personam riassorbibile con i futuri miglioramenti economici a qualsiasi titolo: vuol dire che da quel momento in poi lo stipendio non crescerà più (anche in caso di rinnovi contrattuali) almeno fino a che non sarà stato raggiunto il livello di partenza". Inoltre, il dipendente "potrà optare per il trattamento previdenziale che aveva nell’amministrazione di provenienza".

Un esempio concreto di questa "nuova mobilità" dovrebbe essere il trasferimento dei dipendenti delle Province. Dopo la riforma dello scorso anno sono state obbligate, secondo la legge di Stabilità, a cedere metà del loro personale e relative funzioni: una parte di questi dovrebbe infatti andare alle Regioni, che però, come ricorda il Messaggero, "in larga parte non hanno ancora approvato le proprie leggi in materia, e comunque pongono un problema di risorse finanziarie". Un primo, vero banco di prova. Restano critici i sindacati, che per quanto riguarda retribuzioni e qualifiche invocano una trattativa più "sostanziale", considerata la complessità dell'argomento trattato. "Nell’incontro di ieri, a livello tecnico, è stato dato un tempo di 7 giorni per osservazioni e controproposte", scrive Luca Cifoni, che ricorda inoltre la manifestazione di protesta idnetta da Cgil, Cisl e Uil per l'11 aprile a Roma. "Siamo pronti a dare battaglia", hanno fatto sapere i leader sindacali Dettori (Fp-Cgil) Faverin (Cisl Fp), Torluccio e Attili (Uil).

Ma il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia prova a smorzare i toni e parla di timori infondati. "La tabelle di equiparazione per la mobilità sono uno strumento tecnico, che attua una precisa disposizione di legge. Questo strumento aiuta un processo che già esiste e che non ha mai funzionato in maniera efficace, cioè la mobilità, e serve a guidare questo processo con maggiori certezze per i lavoratori. La scelta del principio di prossimità serve proprio a tutelare nello spostamento i trattamenti economici, definendo le corrispondenze giuridiche", ha fatto sapere il ministro in una nota. "Abbiamo inoltre fissato due principi, sempre a tutela dei lavoratori: l’assegno ad personam e la facoltà di optare per il regime previdenziale di provenienza. In altre parole a chi verrà chiesto di valorizzare la propria professionalità in una diversa amministrazione non sarà tolto neanche un euro di stipendio o di pensione. Oggi abbiamo illustrato queste tabelle ai sindacati e chiesto di darci un contributo su uno strumento tecnico. Le strade sono due: vogliono aiutarci - conclude la Madia, rivolgendosi direttamente ai sindacati - con i loro contributi puntuali e di merito prima dell’adozione definitiva del provvedimento oppure vogliono proseguire in una battaglia ideologica proprio alla vigilia di una grande operazione di mobilità come quella delle province?".

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