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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Bankitalia avverte: "L’economia italiana si regge sempre più sugli stranieri"

Uno studio diffuso da via Nazionale fotografa la situazione e prevede che nel 2061 circa il 25% della popolazione in età lavorativa (dai 15 ai 64 anni) sarà di origine straniera

L’Italia è un Paese sempre più vecchio e con sempre meno figli, non è una novità, ma un Occasional Paper della Banca d’Italia avverte che la riduzione dei nativi italiani già in corso e destinata ad accentuarsi nei prossimi anni fa sì che l’economia italiana si regga sempre più sugli immigrati.

Nel 2061 sarà straniero circa il 25% della popolazione in età lavorativa cioè dai 15 ai 64 anni. Lo studio di Bankitalia prevede infatti che l'età media della popolazione salirà di oltre 5 anni (da 44,9 a 50,2) tra il 2017 e il 2061 e che la quota di popolazione in età da lavoro, dopo aver raggiunto un massimo del 70% all'inizio degli anni ’90 e aver iniziato a flettere negli ultimi 25 anni ha cominciato a flettere, continuerà a ridursi nel prossimo cinquantennio fino a scendere sotto il minimo storico (59% registrato nel 1911) dopo il 2031.

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I migranti hanno contribuito a un +2,3% del Pil dal 2001 al 2011 mentre senza di loro la ricchezza prodotta dall’Italia sarebbe risultata negativa e pari a -4,4%. Il Pil pro capite senza la componente straniera avrebbe subito nel decennio 2001-2011 un calo del 3%, invece del -1,9% effettivamente registrato. Ancora significativo è risultato il contributo della popolazione straniera per l'ultimo quinquennio, quello della della crisi: in assenza di stranieri la flessione del Pil pro capite sarebbe stata del 7,4% anziché del  4,8%.

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Se nei prossimi anni l’Italia non accogliesse più nessun straniero e dovesse fare affidamento solo sulla popolazione indigena, Bankitalia stima che «l'effetto meccanico delle dinamiche demografiche determinerebbe in 45 anni un calo del Pil del 24,4% rispetto ai livelli del 2016 e del 16,2% in termini pro capite (-0,4 medio annuo), a parità di altre condizioni». Se poi si azzerassero i flussi migratori futuri e la componente di popolazione straniera già residente in Italia al 2016 assumesse parametri demografici identici a quelli dei nativi italiani «il livello del Pil aggregato risulterebbe dimezzato con un calo del 50 per cento. Il livello del reddito pro capite nel 2061 risulterebbe inferiore di un terzo rispetto al livello del 2016. Per compensare la diminuzione del reddito pro capite, la produttività dovrebbe crescere allo 0,64% all’anno».

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