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Sabato, 20 Aprile 2024
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Povero e senza futuro: "Il Sud d'Italia è a rischio desertificazione"

Secondo il rapporto Svimez il numero degli occupati nel Mezzogiorno è sceso sotto i 6 milioni. Nel 2013 ci sono stati più morti che nati e le famiglie sono sempre più povere

Nel 2013 nel Mezzogiorno le nascite sono state 177mila, il numero più basso dal 1861: neppure dopo la prima guerra mondiale il sud del nostro Paese era così poco popolato. Ma questo non è l'unico record nero: da Roma in giù gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977. Secondo lo Svimez, l'associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, oramai il Sud è a rischio "desertificazione umana e industriale".

EMIGRATI E PIU' MORTI CHE NATI- Secondo il rapporto Svimez, nel 2013 circa 116mila sono stati gli abitanti del Sud ad andarsene. Senza contare che sempre nello stesso anno sono stati più i morti che i nati. La popolazione sta continuando a impoverirsi a un ritmo serrato: 40% di famiglie povere in più ogni anno perché qui il lavoro non c'è.

"DESERTIFICAZIONE DI PERSONE"
-  Un fenomeno così grave si era verificato solo nel 1867 e nel 1918 cioè alla fine di due guerre, la terza guerra d'Indipendenza e la prima Guerra Mondiale. Si legge nel rapporto:

Nel 2013 il numero dei nati ha toccato il suo minimo storico, 177mila, il valore più basso mai registrato dal 1861. Il Sud sarà interessato nei prossimi anni da un stravolgimento demografico, uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, destinato a perdere 4,2 milioni di abitanti nei prossimi 50 anni, arrivando così a pesare per il 27% sul totale nazionale a fronte dell'attuale 34,3%

CALABRIA, LA REGIONE PIU' POVERA - Anche stavolta la regione più povera del nostro Paese si è confermata essere la Calabria con un pil pro capite che nell'anno passato si è fermato a meno di 16mila euro. Ma in generale il Mezzogiorno nel 2013 è sceso al 56,6% del valore del Centro Nord, tornando ai livelli del 2003, con un pil pro capite pari a 16.888 euro.

In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.457 euro, risultante dalla media tra i 29.837 euro del Centro-Nord e i 16.888 euro del Mezzogiorno. Questo per il Sud del nostro Paese è il settimo anno di recessione di seguito. Tutto ciò ha portato a un crollo degli investimenti in questi territori, ulteriore fattore che ha contribuito alla perdita di posti di lavoro: tra il 2008 e il 2013 i redditi al Sud sono crollati del 15% e i posti di lavoro sono diminuiti di circa 800mila persone.

SEMPRE PIU' POVERI -  A Sud infine le famiglie in povertà assoluta sono cresciute oltre di due volte mezzo, passando da 443mila a 1 milione e 14mila, cioé il 40% in più solo nell'ultimo anno. In Italia, dal 2008 al 2012, sono aumentate del 7% le famiglie in stato di 'deprivazione materiale severa', cioè che non riescono, ad esempio, a pagare l'affitto o il mutuo. Inoltre oltre due milioni di famiglie si trovavano nel 2013 al di sotto della soglia di povertà  assoluta, equamente divise tra Centro-Nord e Sud (1 milione e 14mila famiglie per ripartizione), con un aumento di 1 milione 150mila famiglie rispetto al 2007.

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