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Venerdì, 19 Aprile 2024
Le previsioni

Gli effetti del super green pass su bar e ristoranti

Le stime di Fipe-Confcommercio: 5 milioni di italiani non possono consumare, una potenziale mancata domanda di 30 milioni al giorno. Ma le associazioni approvano la misura: ''Evitate le chiusure''

Con l'entrata in vigore dell'obbligo di super green pass anche per i bar e i ristoranti all'aperto, il settore teme un nuovo calo degli ingressi e di conseguenza anche degli introiti. Quali saranno gli effetti di questa novità? Come è stata accolta la certificazione rafforzata da parte delle associazioni di categoria? ''Perdere'' qualcosa in termini di clientela e introiti è quasi inevitabile, ma quale sarà l'entità? 

A stimare gli effetti dell'entrata in vigore del super green pass è Luciano Sbraga, vice direttore di Fipe Confcommercio: "Oggi considerando la fascia di età tra i 20 e i 69 anni ci sono in Italia 5,3 milioni di persone che non possono consumare in bar e ristoranti, né all'interno né all'aperto. Considerando per queste persone la frequenza di consumo che si applica normalmente, possiamo dire c'è una potenziale mancata domanda di 28-30 milioni di euro al giorno: 3 milioni per la colazione del mattino, 11 milioni per il pranzo al lavoro (panino, piatto caldo, ecc), e circa 14 milioni per la cena della sera. Quindi abbiamo in pratica per bar e ristoranti una perdita potenziale di incassi di 28-30 milioni di euro al giorno". 

Nonostante le possibili perdite, il super green pass ha evitato di arrivare a delle vere e proprie chiusure, un'ipotesi che sarebbe stata ancora più drammatica per l'intero settore: ''Vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno - ha aggiunto Sbraga - e allora pensiamo che comunque da oggi abbiamo sempre 46,5 milioni di italiani muniti di green pass e che quindi potranno consumare nei nostri locali e che quindi potremo restare aperti e lavorare". 

''Con il super green pass evitate le chiusure''

Una pensiero che trova d'accordo anche il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani: ''Ben venga l'obbligo del super green pass per entrare in bar e ristoranti, sia per la consumazione al banco che per quella al tavolo, al chiuso e all'aperto, se serve a evitare nuove chiusure dei locali. L'alternativa a questi provvedimenti - osserva - sarebbe stata la chiusura delle attività. Per cui, se evitano l'aggravamento della situazione e regole ancora più drastiche, li accogliamo, sperando che possano portare dei risultati nel lungo termine". "Sicuramente - rimarca Stoppani - le misure pongono un problema di tipo organizzativo" ma "il governo è stato chiarissimo sulle regole". Semmai, evidenzia, "avremmo voluto non avere l'obbligo di fare i controllori della situazione ma se questa concessione rischiava di indebolire il provvedimento lo accettiamo con senso di responsabilità". del resto, conclude, "questi provvedimenti mirano a migliorare la situazione, quindi ben vengano".

Come sottolineato anche da Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano Monza e Brianza, il vero problema per i consumi è l'aumento dei contagi:  "Tutti dobbiamo lavorare affinché non si verifichino più lockdown. Bene che tutto resti aperto e bene che si possa andare nei locali muniti di green pass. Se la contropartita è il rischio di chiudere ben venga il controllo del super green pass". 

"È ovvio che a livello di gestione organizzativa si preferirebbe non dover fare i controlli - osserva - ma se dobbiamo mettere sul piatto della bilancia i rischi tra un'ipotesi di lockdown e un controllo di questo genere, verifichiamo il green pass senza alcun problema". Del resto, sottolinea Barbieri, "il controllo è semplice, ci permette di stare aperti e non avere nuovi lockdown. Inoltre, anche se si finisce in zona arancione oggi con il green pass si va dove si vuole, non c'è niente di chiuso". Per le imprese "non è qualcosa di drammatico - evidenzia -. La criticità vera oggi sono i contagi che tengono in casa le persone, con meno gente che torna alla vita normale, che esce. Di questo ne risentono i consumi e il core business di tutta la città". Anche nel weekend appena trascorso, fa notare Barbieri, "la preoccupazione delle imprese non è stata 'dobbiamo controllare il green pass' ma 'c'è in giro poca gente'".

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