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Martedì, 23 Aprile 2024
Futuro incerto

Finiti i soldi per il superbonus: cosa succede a chi ha cominciato i lavori o ha già chiesto l'incentivo

Le risorse stanziate ed esaurite e l'incertezza sul futuro dell'incentivo per le ristrutturazioni. Cosa accade ai cittadini che hanno già iniziato i lavori edili senza però completarli e a chi ha già chiesto di ottenere i fondi?

Lo scorso 31 maggio, secondo l'ultimo report dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), i miliardi "prenotati" dai cittadini nell'ambito del superbonus 110% ammontavano a 33,7 miliardi di euro in detrazioni a carico dello Stato. La cifra supera la dotazione dedicata al superbonus 110% per l'intero 2022. La misura di efficientamento energetico era stata prorogata fino alla fine di quest'anno, e fino a giugno 2023 per le case popolari, salvo altre proroghe o, a questo punto, rifinanziamenti. I fondi stanziati finora dal governo - prevedendo il loro esaurimento nel 2027 - si fermano a 33,3 miliardi: le risorse disponibili non sono solo esaurite, ma sono anche state superate.

fondi superbonus finiti 2022-2-2-2

Cosa succederà in futuro con l'incentivo per le ristrutturazioni? C'è chi spinge per il rifinanziamento della misura, ma il presidente del Consiglio Mario Draghi non ha mai nascosto di non vedere di buon occhio l'agevolazione, almeno per come è strutturata al momento. In attesa di capire cosa deciderà il governo, molti cittadini si chiedono cosa succede adesso a chi ha già richiesto i fondi per effettuare lavori edili nell'ambito del superbonus. Riuscire a finire gli interventi già cominciati è di importanza prioritaria, non solo per i cittadini che devono pagare lavori che rischiano di rimanere incompiuti, ma anche per le aziende edili coinvolte. Secondo i calcoli della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna), sarebbero infatti 33mila le imprese che rischiano il fallimento.

Secondo quanto spiegato dal commercialista Christian Dominici al Corriere della Sera, lo sforamento dei fondi non dovrebbe essere un problema in questa fase, almeno per la prosecuzione delle attività già in corso. Il credito arrivato nelle casse delle banche, dice Dominici, "è del tutto esigibile e lo sarà per tutti i crediti ceduti prima di uno stop formale a nuovi fondi". A partire dal 1° luglio 2022, tuttavia, i crediti per i consumatori finali saranno "svalutati", col risultato che chi cede ad esempio un credito da 100 euro se ne vedrà rimborsare meno di 90. Banca Intesa, ad esempio, ha spiegato l'aumento del costo della procedura, sottolineando in una lettera ai clienti come "l'elevato flusso delle richieste pervenute di cessioni di crediti edilizi ha purtroppo comportato l'esaurimento della nostra possibilità di compensare" tali crediti.

Nello specifico, il motivo è da cercare nel meccanismo normativo per cui gli operatori sul mercato sono tenuti a un "vincolo di compensazione" che li obbliga ad avere crediti fiscali, come quelli edilizi, non superiori al livello di imposte e contributi versati dalla banca. Le banche hanno quindi interrotto gli acquisti dei crediti fiscali derivanti dal superbonus.  Il sottosegretario all'Economia Federico Freni, in un'intervista a Il Messaggero, sottolinea come "quello dei crediti fiscali nell'edilizia è un tema che sta assumendo dimensioni preoccupanti". Per questo, secondo Freni, sarebbe "necessario un intervento definitivo che consenta di superare una volta per tutte le criticità registrate dalle imprese e, al contempo, di evitare i fenomeni elusivi che hanno caratterizzato il passato".

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