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Giovedì, 18 Aprile 2024
La polemica

Superbonus, i lavori devono essere dimostrati con un video

Le immagini diventano importanti per testimoniare che il cantiere esiste e procede, scongiurando truffe. I professionisti insorgono: "Non è un obbligo di legge e non siamo youtuber"

Non solo progetti, disegni, misure, rilievi ma anche foto e video. Del prima e del dopo. Avere le agevolazioni del Superbonus implica il fornire una serie di documenti. Tra questi ora ci sono anche le immagini. Un "dettaglio" non da poco perché da un lato serve a evitare l'accusa di truffa ai danni dello Stato, dall'altro perché ingegneri e architetti non gradiscono questa ulteriore richiesta e insorgono: "Non siamo youtuber".

Non è direttamente lo Stato a chiedere le immagini. Il video è richiesto dal 16 settembre dalla piattaforma di Deloitte. Le immagini diventano importanti per dare la prova dello stato di avanzamento dei lavori. Si deve mostrare come era prima l'immobile, fornire la documentazione che riguarda lo stato avanzamento lavori, infine mostrare lo stato a lavori eseguiti. Tecnicamente si parla di "video-asseverazione" ed è richiesta per la documentazione del 30% dei lavori, necessaria entro il 30 settembre per ottenere i fondi e per la cessione del credito alle banche. L'adempimento non è un obbligo di legge e gli operatori del settore insorgono per la richiesta.

La società replica: "E' utile a tutti" perché rafforza i controlli antifrode a tutela dell’erario, delle imprese, dei committenti, dei professionisti e dei soggetti cessionari, "al fine della più sicura verifica e più rapida monetizzazione degli incentivi". 

La spiegazione non basta ai professionisti, che sono sul piede di guerra. Il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori ha diffidato la società Deloitte "dal proseguire nell'iniziativa attivata sulla piattaforma 'Deloitte banca e cessione del credito' che prevede che ogni professionista, per ogni asseverazione rilasciata, predisponga anche un video di 5 minuti nel quale, dopo essersi fatto riconoscere in volto, venga inquadrato l'immobile oggetto dell'intervento e tutti i dati che consentano di definire la tipologia e l'entità dell'intervento stesso". Il presidente Francesco Miceli è un'iniziativa offensiva e del tutto arbitraria. Quanto richiesto calpesta la dignità di ogni professionista. Mi auguro che tale procedura venga immediatamente ritirata per il giusto rispetto nei confronti dei professionisti italiani. Agiremo, ove necessario, in tutte le sedi opportune".

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