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Giovedì, 28 Marzo 2024
I bonus edilizi

Come cambia il Superbonus edilizio

Tutte le novità per il bonus edilizio del 110% e la cessione del credito

Come sa chi si è interessato ai bonus del governo per ristrutturare casa la data del 30 giugno è la data spartiacque per poter fruire delle detrazioni fiscali relative al superbonus edilizio del 110%: entro questa data infatti occorre che il 30% dei lavori siano finiti per quanto riguarda le villette unifamiliari, ma ora il governo apre alla proroga del cosiddetto vincolo Sal. Pur con tutte le cautele del caso, il sottosegretario al ministero dell'economia, Federico Freni, ha confermato, rispondendo a un’interrogazione in commissione Finanze, che la proroga dei termini del superbonus sarà inserita nel primo provvedimento utile dopo l’approvazione del Def. L'emendamento per far cadere il vincolo Sal del 30% per le villette unifamiliari è stato presentato all’interno del decreto "bollette" a firma di tutto l'arco parlamentare di maggioranza. Il governo ha dato parere favorevole, dunque, ma ora deve trovare nuove risorse a copertura della misura, che potrebbero aggirarsi attorno ai 500 milioni di euro.

Pertanto il vincolo della percentuale minima (30%) sullo stato di avanzamento dei lavori rivolto alle case come le villette potrebbe allungarsi fino a ottobre o addirittura a fine 2022. Resta immutato il vincolo per condomini che potranno concludere i lavori entro il 31 dicembre 2023. Per queste tipologie il superbonus proseguirà a scartamento ridotto per i due anni seguenti: con detrazione al 70 per cento nel 2024 e al 65 per cento nel 2025. C’è però un’importante eccezione: per tutte le abitazioni situate nei comuni colpiti da eventi sismici dal 2009 il superbonus sarà del 110 per cento fino al 2025.

Tutti i problemi del superbonus

Ma come sta andando il superbonus? L’attività dei cantieri sta rallentando e l'aumento dei costi delle materie prime spesso porta a superare largamente non solo i costi dei preventivi ma anche i tetti di spesa previsti dalla normativa. Inoltre le regole più stringenti su sconto in fattura e cessione del credito varate dopo le truffe per richieste di crediti su lavori inesistenti o per cifre gonfiate all’inverosimile, stanno portando molti condomini a ripensare le loro scelte. Non di meno pesa la ritrosia delle banche nella cessione del credito, fondamentale per il superbonus: i sequestri dovuti all'attività delle indagini anti frode hanno paralizzato l’attività di acquisto dei crediti e le verifiche richieste hanno reso sempre meno conveniente l'operazione. Insomma: il meccanismo si è inceppato.

Una pezza è stata messa da un nuovo decreto pubblicato in gazzetta ufficiale che ha ridefinito i nuovi massimali dei lavori relativi al Superbonus e agli bonus edilizi entrato in vigore a partire dal 15 aprile. Allegata al decreto, vi è la tabella con la definizione dei costi massimi specifici agevolabili per alcune tipologie di beni, che andranno indicati nelle asseverazioni necessarie per la fruizione del Superbonus 110% e degli altri bonus relativi ai lavori di edilizia. Vediamo allora di fare il punto. Come detto, il nuovo decreto del Mite fissa i tetti massimi (non omnicomprensivi) da tenere in considerazione nelle asseverazioni della congruità delle spese per gli interventi relativi al Superbonus 110% e per gli altri interventi edilizi che si possono avvantaggiare di un bonus (Ecobonus, Superbonus, bonus casa, bonus facciate e colonnine di ricarica elettrica), sia in fruizione diretta della detrazione, sia nel caso di cessione del credito o sconto in fattura.

  • Per la riqualificazione energetica si va da 960 a 1.200 euro al metro quadro, in base alla zona climatica dove sorge l’edificio);
  • Per le strutture opache orizzontali per l’isolamento delle coperture sono 276 euro al metro quadro per l’esterno, 120 per l’interno, 300 per la copertura ventilata; per l’isolamento dei pavimenti sono 144 euro al metro quadro per l’esterno, 180 per l’interno;
  • Per le strutture opache verticali per l’isolamento delle pareti perimetrali, in base alla zona climatica, si va dai 180 ai 195 euro al metro quadrato per l’esterno, da 96 a 104 euro per l’interno e da 240 a 260 euro per la parete ventilata; 
  • Per la sostituzione di chiusure trasparenti, comprensive di infissi a seconda delle zone climatiche, si va da 660 a 780 euro al metro quadro per il serramento e da 780 a 900 euro per il serramento più chiusura oscurante;
  • Per l'installazione di sistemi di schermatura solari e/o ombreggiamenti mobili comprensivi di eventuali meccanismi di automatici di regolazione (276 euro al metro quadro);
  • Per gli impianti a collettori solari 900 euro al metro quadro per quelli scoperti, 1,200 euro per piani vetrati e 1.500 per quelli sotto vuoto e a concentrazione;
  • Per gli impianti di riscaldamento con caldaie ad acqua a condensazione e/o generatori di aria calda a condensazione, se l’intervento comporta il rifacimento del sistema di emissione esistente si va da 216 fino a 240 euro per Kwt;
  • Per gli impianti con micro-cogeneratori 3.720 euro a kWe per motore endotermico, 30 mila euro a kWe per celle a combustibile);
  • Per gli impianti con sistemi ibridi, solo se l’intervento comporta il rifacimento del sistema di emissione esistente 1.860 euro a kWt;
  • Per gli impianti con generatori di calore alimentati a biomasse combustibili, solo nei casi in cui l’intervento comporti il rifacimento del sistema di emissione esistente si va da 420 a 540 euro a Kwt a seconda della dimensione;
  • Per gli impianti di produzione di acqua calda sanitaria con scaldacqua a pompa di calore (1.200 euro fino a 150 litri di accumulo; 1.500 euro oltre i 150 litri di accumulo;
  • Per l'installazione di tecnologie di building automation (60 euro a metro quadro).

Questi costi vanno considerati al netto dell’Iva, delle prestazioni professionali, delle opere relative all’installazione e alla manodopera. Per quanto riguarda i costi di interventi non compresi nell’elenco dell’Allegato al decreto, l’articolo 3 ha disposto che il tecnico abilitato per la certificazione debba riferirsi ai listini prezzi predisposti dalle Regioni o dalle Province autonome, o ai listini delle Camere di commercio competenti per il territorio dove si trova l’immobile oggetto dell’intervento. I nuovi massimali si si applicano agli interventi per i quali la richiesta del titolo edilizio sia stata presentata successivamente alla data di entrata in vigore del decreto, quindi a partire dal 15 aprile 2022.

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