Superbonus, l'annuncio di Giorgetti: "Non sarà prorogato nelle forme conosciute"
Il ministro dell'Economia durante un questione time alla Camera: "La stima dell'impatto è incerta, ma la quantificazione dei costi è certa"
"Non è intenzione del governo procedere alla proroga" del Superbonus "nelle forme finora conosciute". Lo ha detto il ministro dell'economia e delle finanze dell'Italia Giancarlo Giorgetti durante il question time alla Camera. Per Giorgetti si tratta di "misure pagate da tutti gli italiani, che hanno interessato meno del 3% del patrimonio immobiliare esistente: prime e seconde case di ricchi e di poveri".
L'incentivo era stato già depotenziato dal governo Draghi e in base alle attuali norme a partire dal 2024 l'agevolazione per i condomini scenderà al 70% e poi ancora al 65% nel 2025, mentre per gli edifici unifamiliari dal 2024 scatterà lo stop definitivo al bonus. Le ipotesi di cui si era parlato nelle scorse settimane sono sostanzialmente due (e riguardano dunque esclusivamente i condomini): tagliare ulteriormente l'aliquota oppure ridurre la platea dei beneficiari. Il ministro non ha specificato nel dettaglio quali sono le intenzioni dell'esecutivo, facendo però capire che una stretta ci sarà.
"Se la stima dell'impatto è incerta, la quantificazione dei costi per le finanze pubblica è certa" visto che "misure pagate da tutti gli italiani hanno interessato meno del 3% del patrimonio immobiliare esistente: prime e seconde case, al mare e ai monti, di ricchi e di poveri, e anche sei castelli", ha rilevato il ministro.
Superbonus, Giorgetti: "I risultati degli studi sono variabili e incerti"
"Diverse istituzioni, associazioni e centri di ricerca - ha spiegato Giorgetti - hanno rilevato il carattere espansivo del Superbonus e delle altre misure di incentivazione edilizia, ma gli stessi studi hanno anche sottolineato come le valutazioni di impatto di tali misure siano soggette a un ampio margine di incertezza. Ciò è confermato dalla significativa variabilità dei risultati prodotti" ha messo in chiaro Giorgetti.
Inoltre, "non si può tralasciare che il contributo alla crescita deve essere necessariamente analizzato alla luce dei costi per il loro finanziamento. Come ogni politica pubblica, essa deve essere, cioè, sottoposta a una rigorosa analisi costi-benefici. Come specificato tra gli altri da Banca d'Italia, l'effetto espansivo verosimilmente non è stato tale da rendere lo strumento a impatto nullo per il conto economico delle amministrazioni pubbliche. A questo bisogna aggiungere che i maggiori investimenti per abitazioni hanno, nella migliore delle ipotesi, sostituito, e nella peggiore, spiazzato alcune delle spese che - ha concluso - si sarebbero realizzate anche in assenza del Superbonus tramite l'aumento dei prezzi nel settore".
Quanto ai crediti incagliati, il mercato dell'acquisto "è ripartito anche grazie all'impegno del governo. Sono allo studio dell'esecutivo - ha detto Giorgetti - strumenti per la verifica della bontà di quelli ancora in possesso di cittadini e imprese, e sorti nel periodo antecedente l'introduzione dei vincoli di appropriatezza".