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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le reazioni

Superbonus, l'allarme delle imprese: "A rischio 130mila posti di lavoro"

Il commento di Unimpresa dopo lo stop alla cessione dei crediti: "Avevamo suggerito di coinvolgere gli enti locali, il governo ha detto no per ragioni politiche". M5s e Pd all'attacco

Come cambia il Superbonus con la "cartolarizzazione" dei crediti

Lo stop alle cessioni dei crediti potrebbe portare al fallimento di 25mila imprese. La stima è del centro studi di Unimpresa che lancia l'allarme dopo il decreto sui bonus edilizi approvato ieri in consiglio dei ministri. Un provvedimento che di fatto cancella l'opzione dello sconto in fattura e la possibilità di cessione dei crediti al posto della detrazione. Si cambia dunque. Una scelta necessaria secondo l'esecutivo, visto l'esborso a cui lo Stato dovrà far fronte nei prossimi anni, proprio per saldare i "debiti" di superbonus e altre agevolazioni.

Finora i bonus edilizi sono costati allo casse pubbliche 110 miliardi di euro. Solo per il superbonus 110% (ora depotenziato al 90%) la spesa è stata di 61,2 miliardi, mentre altri 19 miliardi sono stati impegnati per il bonus facciate. Per il superbonus erano state stanziate risorse per 33,3 miliardi, ma il conto ha già superato di slancio i 60 e sarà ben più salato. Una spesa che graverà sulle spalle degli italiani, come ha fatto notare il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti. Quella decisa dall'esecutivo, ha detto il ministro al termine del Cdm, "è una misura di impatto che si rende necessaria per bloccare effetti di una politica scellerata utilizzata anche in campagna elettorale che ha posto in carico a ciascun italiano dalla culla in poi 2mila euro a testa".  Un decreto, ha aggiunto, che "ha un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l'enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici". 

Unimpresa: "Enti locali non coinvolti per ragioni politiche"

Le associazioni di categoria però sono di tutt'altro avviso "Il decreto approvato ieri dal governo rappresenta una minaccia per tutta l'operazione Superbonus" dice il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. "Con questo provvedimento, si mette la parola fine alla cessione dei crediti fiscali e molti cantieri già fermi da tempo potrebbero essere chiusi definitivamente. Noi avevamo suggerito di coinvolgere le regioni e gli altri enti locali perché potessero acquistare i crediti delle banche, ma il governo ha detto no, probabilmente per ragioni politiche. Con rammarico, prendiamo atto di queste decisioni che però corrono il rischio di portare al fallimento 25mila piccole e medie imprese italiane. Il rischio che avevamo paventato pochi giorni fa resta intatto". 

Secondo il Centro studi di Unimpresa, le nuove norme non risolvono il problema dei circa 15 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati, questione che sta bloccando 90mila cantieri: una situazione pericolosa che mette a rischio migliaia di imprese e secondo l'associazione potrebbe portare alla perdita di 130mila posti di lavoro. Una situazione che si è creata principalmente a motivo della raggiunta capienza fiscale da parte delle banche. 

Conte: "Colpo letale all'edilizia", il Pd: "Il governo ferma 100mila cantieri"

All'attacco anche le opposizioni. Giuseppe Conte, leader del M5s, ha detto che lo stop alla cessione dei crediti è "un colpo letale all'edilizia". Per il senatore del MoVimento 5 Stelle Marco Croatti la decisione "avrà ripercussioni su tutto il settore dell'edilizia" mettendo "in ginocchio 40 mila imprese".

Anche il Pd segue la stessa linea. Con una nota firmata dalla capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani, dai componenti dell'ufficio di presidenza del Gruppo e da tutti i capigruppo Pd delle commissioni, i dem spiegano che il governo blocca "ogni buon effetto dei Bonus edilizi che abbiamo introdotto in questi anni e che hanno contribuito in modo significativo alla crescita del PIL di cui la destra oggi si vanta".

"Non solo", dicono ancora i parlamentari dem. "Vietare agli enti locali e alle altre PA di acquistare i crediti incagliati vuol dire condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese - si legge -, fermare almeno 100 mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone occupate nel settore edile e in tanti altri comparti. In una parola, non soltanto è stato affondato il Superbonus, ma anche la possibilità di veder risolto il problema dei crediti incagliati. E per di più, lo si è fatto ai danni delle imprese e delle persone meno abbienti, visto che la cessione del credito consentiva che la misura fosse alla portata di tutti indipendentemente dalle proprie capacità economiche".

E ancora, proseguono dal Pd: "Un'altra retromarcia della presidente Meloni che in campagna elettorale aveva promesso il contrario. Un altro decreto che va contro i più deboli generando disoccupazione, aggravando la crisi sociale e colpendo il prodotto interno lordo del Paese. Per questi motivi faremo tutto quanto possibile per modificarlo profondamente e comunque bloccarne gli effetti".

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