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Giovedì, 25 Aprile 2024
I limiti e le novità della misura

Il superbonus è diventato un super problema

L'incentivo è fonte di tensione tra governo e partiti che si organizzano per cancellare i limiti alla cessione multipla del credito d'imposta. In arrivo una stretta sulle imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza

Il superbonus al 110% cambia ancora. Due le novità sul tavolo. La prima è stata annunciata nei giorni scorsi dal ministro al lavoro Orlando e prevede di "subordinare l'ottenimento dei benefici connessi ai bonus edilizi", tra cui il superbonus, "all'applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore, stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative". In sostanza chi non rispetta i contratti e non offre garanzie sulla sicurezza non potrà accedere alla detrazione. Una misura necessaria alla luce degli ultimi dati dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro: tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2021 quasi 9 imprese su 10 sono risultate inadempienti alle normative in materia di salute e sicurezza.

L'altro tema al centro del dibattito riguarda lo stop alla cessione multipla dei crediti, una misura introdotta con il decreto Sostegni ter con l'obiettivo di porre un argine alle truffe. Una stretta risultata indigesta ai partiti che ora studiano correttivi da approvare in sede di conversione del decreto.

Perché il governo ha bloccato la cessione senza limiti dei crediti

Su questo punto è però necessario un rapido riassunto: la possibilità di cedere i crediti maturati grazie al bonus era stata voluta dal governo Conte 2 che l'aveva inserita nel dl n.34 del 19 maggio 2020. Quella che era apparsa come una misura utile a eliminare ogni ostacolo alla fruizione del bonus, si è però rivelata con il passare dei mesi una possibilità offerta a chi era in cerca di un sistema per frodare il fisco. La cessione a ripetizione dei crediti fiscali a più soggetti (spesso anche attraverso società fittizie) è in base a quanto emerso dalle indagini di varie Procure uno degli escamotage più usati dai truffatori per confondere le acque, sfuggire alle maglie dei controlli e ottenere i soldi dei vari bonus edilizi (non solo il superbonus dunque) senza eseguire i lavori. Per questo l'esecutivo è intervenuto disponendo il divieto di cedere i crediti più di una volta. 

I partiti in pressing sull'esecutivo

Ad oggi l'Agenzia delle Entrate ha bloccato 4 miliardi di crediti sospetti, di cui 2 sarebbero già stati incassati. Truffe che avrebbero riguardato tutti i bonus edilizi. Nonostante le cifre in ballo siano da capogiro, le forze politiche stanno cercando di convincere il governo a ripensarci ed eliminare i paletti introdotti col dl Sostegni. Il motivo principale è che bloccare il meccanismo dei crediti farebbe precipitare l'appeal della misura. Inoltre con la possibilità di cedere il credito una sola volta molte imprese non potranno più vendere alle banche il credito maturato nei confronti dello Stato con il rischio di andare in difficoltà.

Sul punto si registra un'ampia convergenza tra le forze parlamentari. Il deputato del Pd Gianni Dal Moro, componente della Commissione bilancio della Camera, afferma ad esempio che la stretta sulla cessione del credito "determina la crisi di tante piccole e medie aziende del settore edilizio con il rischio di fallimenti e enormi difficoltà per le piccole banche". Per Maria Teresa Bellucci, capogruppo di Fdi in commissione affari sociali, "bloccare la cessione dei crediti significa mandare in crisi di liquidità il sistema obbligando le aziende e i fornitori a pagamenti a breve termine che stravolgono i flussi finanziari".

Superbonus 110% ANSA-3

In prima linea c'è comunque il M5S. I deputati Luca Sut, Riccardo Fraccaro e Patrizia Terzoni chiedono al governo un intervento "immediato" perché non si può aspettare l'iter di conversione della legge. "Dopo le proteste del mondo finanziario e degli operatori delle costruzioni per lo stop ai cantieri - spiegano i deputati -, i tecnici del Servizio Bilancio del Senato denunciano il rischio di una forte compressione delle entrate per lo Stato". 

Nel dossier del Servizio Bilancio citato dal M5s viene in effetti evidenziato che la stretta sui crediti potrebbe "ridurre in modo significativo" le "concrete possibilità di accesso al finanziamento degli interventi agevolati" e dunque gli investimenti nel settore. Ciò avrebbe ricadute anche sulle entrate: meno imprese lavorano, meno tasse vengono pagate allo Stato. Nel dossier viene però anche fatto presente che quella studiata dal governo potrebbe essere "una misura efficace per il contrasto alle frodi nel settore". E che dunque servirebbe un approfondimento per capire quale delle due strade sia più conveniente. L'importo delle truffe è elevatissimo, ma altrettanto importante potrebbe essere il contraccolpo per il settore e in ultima analisi sul Pil. Altro punto sollevato dai partiti è che cambiare le regole in corsa sarà fonte di nuove incertezze per banche, imprese e cittadini. 

Il pressing delle forze politiche è forte e i paletti imposti dall'esecutivo potrebbero non reggere. Tanto più che l'ultima parola sarà comunque del Parlamento. Ma i partiti vogliono fare in fretta. Proprio oggi tutti i componenti del M5s al Senato hanno firmato un'interrogazione al ministero dell'Economia spiegando che "la norma del decreto disincentiva il ricorso ai bonus edilizi, non sviluppa un serio sistema di controlli antifrode e mette anche a repentaglio le entrate dello Stato". Per questo i senatori chiedono al Ministero dell'economia "in quali circostanze si siano verificate in misura maggiore le frodi, per quale ammontare di denaro e con quali modalità, oltre alla ripartizione regionale delle frodi rilevate; in quale fase dell'accertamento siano state evidenziate le irregolarità (...)". 

Gli altri problemi del superbonus

Oltre a quello (enorme) delle truffe con l'introduzione del superbonus sono comunque venuti alla luce diversi altri problemi. A cominciare dalla mancanza di sicurezza nei cantieri di cui accennavamo all'inizio dell'articolo. Il proliferare di nuove imprese, a volte nate dalle ceneri di aziende che facevano tutt'altro e si sono riconvertite per sfruttare l'opportunità dei bonus, ha probabilmente contribuito ad acuire un problema già drammatico nel settore dell'edilizia. Tanto che a dicembre il direttore dell'Ispettorato nazionale del lavoro, Bruno Giordano, ha rivelato che dai dati degli ultimi mesi "risulta che oltre 9 imprese edili su 10 non sono regolari".

Un altro aspetto riguarda gli aumenti dei prezzi delle materie prime nel settore delle costruzioni certificato dai dati dell'Istat. Se per i 5 Stelle i rincari sono determinati da una congiuntura internazionale (e si verificano anche in altri Paesi) più di qualche esperto ha fatto notare che con una misura che prevede il rimborso totale delle spese le parti interessate non hanno alcun interesse a risparmiare né sui materiali né sul costo totale dell'intervento. E il motivo è molto semplice: a pagare il conto è lo Stato. E in questo modo i costi lievitano. 

Indice prezzi costruzioni edifici residenziali-2

Il superbonus avvantaggia chi è benestante?

Infine c'è un problema di equità. Come fa notare su "La Voce" l'economista Giuseppe Pisauro, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, se "già le vecchie detrazioni avvantaggiavano in misura sproporzionata i più ricchi" (oltre la metà delle detrazioni per ristrutturazioni e risparmio energetico andava al 15 per cento più ricco dei contribuenti), "è probabile che con il Superbonus la situazione peggiori. Le prime evidenze - scrive infatti Pisauro - mostrano una concentrazione degli interventi nelle categorie catastali più elevate". A guardare i dati rilasciati da Enea in effetti le spese medie per intervento sono in effetti piuttosto elevate: circa 540mila euro per i condomini e 110mila per gli edifici unifamiliari.

Finora sono stati approvati interventi per 18,3 miliardi di euro: un terzo sarà appannaggio dei proprietari di villette, mentre la spesa sostenuta per i condomini è di 8,8 miliardi. Altri 3,3 invece sono invece destinati alla ristrutturazione di unità immobiliari "funzionalmente indipendenti". Va infine notato che finora le asseverazioni sono state 107.588 su un totale di circa 12,2 milioni edifici residenziali presenti in Italia: si tratta di appena lo 0,9% del totale. La misura dunque ha contribuito ben poco alla transizione energetica pur avendo un costo elevatissimo a carico dello Stato.   

Investimenti superbonus 110%-2

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