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Martedì, 16 Aprile 2024
Verso la legge di bilancio

Superbonus, il governo vuole cambiarlo (di nuovo): ecco come

Salvini: "Chi ha qualche milione di euro può sistemarsi casa anche da solo". L'ipotesi è di prorogare l'incentivo anche per le villette limitandolo però alle prime case e solo per i redditi inferiori a una determinata soglia

Pronti, via: il superbonus cambia ancora. Questa almeno sembra essere l'intenzione dell'esecutivo che è orientato a confermare l'incentivo rendendolo però compatibile con le esigenze di bilancio. Vediamo come potrebbe cambiare la misura. Partendo dalla normativa attuale. Le modifiche apportate dal governo Draghi prevedono già una proroga parziale del superbonus: a partire dal 2023 potranno infatti beneficiarne solo i condomìni. Anche l'entità della detrazione è stata rivista. Il meccanismo di décalage messo a punto prevede la fruizione del bonus "pieno" solo per il prossimo anno, mentre nel 2024 e nel 2025 lo sconto sui lavori scenderà rispettivamente al 70% e poi al 65%.

Già in campagna elettorale Giorgia Meloni aveva espresso la necessità di rivedere la misura "riordinando le agevolazioni edilizie, perché - aveva detto - l'entità non deve superare l'80% e si deve dare la priorità alla prima casa". Sul tema vanno poi registrate le parole di Matteo Salvini che ieri in una diretta sui social ha dichiarato: "Il bonus 110 per cento va rivisto: se qualcuno ha qualche milione di euro penso che possa sistemarsi casa anche senza un contributo pubblico, partiamo da chi ha più bisogno, partiamo dai palazzi delle periferie".

Come potrebbe cambiare il superbonus

Che cosa accadrà dunque? Secondo Il Sole 24 Ore una delle ipotesi è che l'incentivo venga rimodulato passando, per tutti, dal 110% al 100%; in compenso in sede di bilancio potrebbe essere prevista una proroga anche per gli "edifici unifamiliari" a patto che vengano utilizzati dai proprietari come abitazione principale. Un altro paletto potrebbe essere quello del reddito. Chi ha una villetta o un'abitazione autonoma potrà (sempre secondo le ipotesi) beneficiare della detrazione solo se le sue entrate sono inferiori a una certa soglia (ancora da definire). Del resto, come ha sottolineato lo stesso Salvini (e come il neo ministro dell'economia Giorgetti afferma da tempo), chi è ricco o benestante può "sistemarsi casa anche senza un contributo pubblico". 

In ogni caso il governo è consapevole che qualcosa per contenere i costi andrà fatto. La misura, lo sappiamo, comporta un esborso molto elevato per le casse dello Stato: secondo l'ultimo report dell'Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) finora sono stati ammessi a detrazione interventi per oltre 51 miliardi di euro. Una cifra astronomica. In totale le asseverazioni sono state oltre 307mila. La spesa media per l'efficientamento energetico dei condomìni è stata di circa 585mila euro, per le villette di 113mila euro. In totale per la ristrutturazione degli edifici unifamiliari sono stati spesi finora oltre 20 miliardi di euro, mentre altri 8,7 sono stati destinati all'efficientamento delle unità immobiliari "funzionalmente indipendenti". 

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