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Giovedì, 25 Aprile 2024
Gli scenari

Il Superbonus cambierà ancora e Poste sospende le nuove pratiche: cosa succede

Lo stop non intacca gli iter già avviati, resta possibile infatti integrare i documenti e seguire lo stato di avanzamento. I motivi della decisione e gli scenari possibili. Le ipotesi allo studio

Stop alle nuove pratiche legate al Superbonus da parte di Poste Italiane, che ha ufficialmente comunicato di avere sospeso "il servizio di acquisto di crediti d'imposta". Gli utenti sono stati avvisati con una breve nota pubblicata sul sito. Viene però specificato che è possibile "seguire l'avanzamento delle pratiche in lavorazione e caricare la documentazione per quelle da completare". 

I motivi dello stop alle nuove richieste di Superbonus

La mossa di Poste sul Superbonus non è del tutto inattesa. Si tratta della stessa linea adottata anche da diverse banche. Quali sono i motivi del "No" alle nuove pratiche per il Superbonus? Sono più di uno. Intanto c'è una capacità fiscale in esaurimento e quindi si preferisce non accettare nuove pratiche, per completare quelle già avviate. Poi ci sono le recenti sentenze di Cassazione che hanno evidenziato una nuova lacuna del meccanismo di cessione dei crediti edilizi, confermando la possibilità per l’Amministrazione finanziaria di effettuare il sequestro dei crediti nel caso sia avviata una procedura per sospetto frode nella cessione. Infine c'è l'incertezza legata ai nuovi interventi legislativi sul Superbonus che deciderà il governo Meloni.

Come cambierà il Superbonus

Che il Superbonus cambierà forma è ormai certo. In attesa di sapere in cosa consisteranno le modifiche, si adotta quindi una linea prudenziale. Federico Freni, sottosegretario all'Economia, solo ieri ha definito la revisione del Superbonus dal 110 a 90% "più di un'ipotesi". Allo studio c'è "l'estensione per le unifamiliari per cui c'era il termine del 30 settembre, termine che si può riaprire per le fasce di reddito che ne hanno realmente bisogno". Freni ha poi anticipato un "nuovo intervento sui crediti, qualcosa per sbloccarli in modo definitivo. Se c'è una cosa che non è accettabile - ha aggiunto - è che questa normativa cambi ogni mese e mezzo, questo non ce lo possiamo più permettere. Troveremo una soluzione per dare respiro a queste imprese, ma questo respiro non può essere un bagno di sangue per le casse dello Stato".

Si abbasserebbe quindi la percentuale del contributo statale, anticipando ciò che era già previsto per il futuro. Nel 2023 le abitazioni unifamiliari dovrebbero entrare nel Superbonus, ma con un limite: devono essere utilizzate come prima casa da proprietari che rientrino in una soglia di reddito, calcolata in base al quoziente familiare, che andrà stabilita nelle prossime settimane. I redditi oltre una certa soglia non ne avrebbero più diritto. Il debutto del quoziente nel sistema fiscale per misurare il reddito della famiglia sarebbe l'altra novità di rilievo: un primo passo per superare l'Isee. Il quoziente familiare si calcola basandosi sul reddito familiare diviso per il numero di componenti, corretti per una scala di equivalenza. In questo modo, secondo coloro che spingono per la sua adozione, ci si avvicinerebbe a una maggiore equità rispetto all'Isee. Si introduce di fatto un criterio di reddito abbinato alla numerosità della famiglia. Al momento però sono solo ipotesi e nulla è stato ancora deciso.

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