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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Per il Superbonus arriva la "revisione selettiva", cosa significa

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti traccia le linee che il governo seguirà per la rimodulazione degli aiuti. Spunta l'ipotesi Repower Eu per agire sugli edifici pubblici

Addio al Superbonus così come lo conosciamo. La misura non sarà cancellata dal governo Meloni, ma certamente sarà rivista. Il cambiamento è più di un'ipotesi. Il ragionamento alla base è semplice: il Superbonus costa troppo e ne possono usufruire in pochi. Da qui il cambio di passo. Si parla di "revisione selettiva". Capiamo cosa significa.

Le linee guida sono state tracciate dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sulla Nadef - la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza - davanti le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato.

Giorgetti snocciola i numeri. Per il superbonus, "l'incremento, rilevato sulla base delle informazioni aggiornate al primo settembre, segnala uno scostamento complessivo di 37,8 miliardi di euro sull'intero periodo di previsione". In particolare, per gli anni 2023-2026, "i maggiori oneri determinano un maggior onere, con il conseguente peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra gli 8 e i 10 miliardi di euro in ciascun anno, che potrebbe pregiudicare l'adozione di altre tipologie di intervento - sottolinea -. Peraltro, la stima degli oneri per il superbonus 110% potrebbe subire un ulteriore incremento a fine anno considerando anche i dati al 30 settembre pubblicati da Enea".

Davanti a queste cifre, il governo punta come detto alla "revisione di tipo selettivo". Tradotto: i bonus non saranno cancellati con un colpo di spugna. In futuro però cambieranno importi e regole. 

L'ipotesi in campo è quella della revisione del Superbonus dal 110 a 90% con l'estensione per le unifamiliari per cui c'era il termine del 30 settembre. Termine che potrebbe essere riaperto per le fasce di reddito più basse.

C'è poi un'altra fascia di edifici che potrebbe essere interessata dai lavori: quelli pubblici. Secondo quanto anticipato da Giorgetti con Repower Eu (Il piano della Commissione europea per rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi, ndr) si potrebbe avviare un'operazione "simile al 110% sugli edifici pubblici" per l'efficientamento energetico che permetterebbe di "dirottare l'offerta verso questo tipo di domanda, che non è più privata ma pubblica".  

"Non ho mai visto una norma che è costata così tanto per così pochi", dice Giorgetti usando il termine "razionalizzazione". "Non sottovalutiamo - sottolinea Giorgetti - il contributo che ha dato questa misura in una fase particolarmente critica dell'economia del Paese. È tempo, come governo siamo ampiamente disponibili, per una riflessione comune rispetto all'esperienza del Superbonus". Ci sarà "un'adeguata fase transitoria per evitare di ingarbugliare una situazione già di per sé ingarbugliata".  

Quello "dei crediti d'imposta è un grandissimo problema da affrontare e gestire e osservato anche da parte di soggetti esterni per la natura e la definizione di credito cedibile più volte. Un problema di cui non nascondiamo la difficoltà di soluzione, non possiamo obbligare per legge realtà private a far delle cose che non ritengono e non possono fare. Il meccanismo sarà rivisto in modo selettivo perché non riteniamo equo destinare una così ingente massa di risorse a una limitatissima fetta di cittadini in modo indistinto per reddito, per prima e seconda casa, risorse che potevano essere destinate in altro modo". 

Solo ieri Poste ha ufficializzato la decisione di sospendere gli acquisti dei crediti del Superbonus, il ministro spiega ai cronisti di non avere alcun ruolo. "Non ho mai fatto né mai farò telefonate presso istituti privati o simili per fare cose contro gli interessi aziendali. Le notizie apparse ieri le ho apprese come voi dalle agenzie e non credo sia opportuno per tanti motivi fare interventi di questo tipo. Smentisco categoricamente", chiarisce.

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