Proroga superbonus e sanatoria per i crediti: il governo apre alle modifiche
Le forze politiche lavorano alla proroga, cercando soluzioni per i "crediti incagliati": gli ultimi sviluppi
Arrivano nuove notizie sul Superbonus e non sono buone per tutti. Dopo le restrizioni decise dal governo Meloni a causa dei costi crescenti dell'agevolazione per le casse dello Stato, ci sarà una proroga che però non riguarderà tutti. Resta il punto fermo sullo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per tutti i bonus edilizi, oltre alla riduzione del Superbonus che passa dal 110 al 90 per cento. Vediamo quali sono gli ultimi sviluppi.
La proroga del Superbonus si allunga e c'è una sanatoria: i dettagli
Come cambia il Superbonus: per chi è la proroga
Il Superbonus viene prorogato di tre mesi, fino al 30 giugno, ma non per tutti: l'estensione della misura riguarda soltanto le villette. Si va dunque verso una "soluzione condivisa" in commissione Finanze alla Camera, dove si voterà sugli emendamenti al decreto Superbonus. Lo riferisce il relatore del decreto, Andrea De Bertoldi - Fratelli d'Italia-, dopo un confronto con la maggioranza, il governo e le opposizioni, spiegando come su questi temi si sia trovato un accordo.
Quanto ci costano i bonus edilizi
In più, onlus, case popolari e barriere architettoniche verranno esclusi dallo stop allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti, oltre alle soluzioni per i lavori di edilizia libera, come infissi e caldaie. Al momento, il Superbonus nella sua versione originaria, al 110 per cento, può essere usato solo in questi casi:
- Da chi ha presentato l’apposita documentazione nel 2022;
- Fino al 31 marzo 2023 per le villette;
- Fino alla fine del 2023 per i condomini e le cooperative edilizia, con cessione o sconto se già formalizzati nel 2022.
Incertezza sui "crediti incagliati": la possibile mini-sanatoria
Manca invece ancora una soluzione per risolvere il problema dei "crediti incagliati" legati ai bonus edilizi. Le trattative sul tema, nell'ambito del decreto superbonus, su cui inizia in questi giorni il voto in commissione Finanze alla Camera, non sarebbero andate a buon fine. Il nodo, secondo quanto si apprende, sarebbe ancora 'sub iudice', con l'ipotesi di utilizzare gli F24 in compensazione, proposta da Abi e Ance, e che è stata oggetto anche di un pressing di tutti i partiti in Parlamento con diversi emendamenti al decreto, su cui però ci sarebbe una forte opposizione da parte della Ragioneria generale dello Stato.
La soluzione alla questione della cessione dei crediti relativi ai lavori fatti nel 2022 potrebbe essere una mini-sanatoria. L'Agenzia delle entrate potrebbe consentire al contribuente di comunicare fino al prossimo 30 novembre, in sede di dichiarazione dei redditi e versando una sanzione di 250 euro, la cessione di credito a un istituto bancario.
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Il passaggio, che verrà ufficializzato dal ministero dell'Economia con un cosiddetto "comunicato legge" dopo l'approvazione della proposta di modifica da parte della Commissione stessa, consentirà di superare la scadenza del 31 marzo precedentemente fissata per comunicare alla piattaforma dell'Agenzia la cessione del credito, senza rischiare la decadenza del bonus a causa di ritardi burocratici nelle comunicazioni contribuenti-banche.