rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Italia

Per non aumentare l'Iva tagliano tutto, poi Di Maio chiede di riscrivere la lettera per l'Ue

Nella bozza della risposta alla lettera della Ue si legge l'impegno: "Ridurremo la spesa per il welfare". Ma Di Maio accusa Tria: "Lettera non condivisa con il Movimento 5 stelle, Reddito di cittadinanza e Quota 100 non si toccano". Per confermare la flat tax e lo stop all'aumento dell'Iva il ministro dell'economia ricorrerà alla revisione delle detrazioni ed esenzioni fiscali

Poteva andare peggio? Potevano -forse- non litigare, almeno oggi. Invece nel Governo si preannuncia un nuovo scontro sulla grana delle misure per evitare la procedura di infrazione da parte dell'Europa. Ma andiamo per ordine: la grandine dopo le elezioni è arrivata e si è concretizzata in un venerdì nero per l'economia italiana. Prima i dati Istat che rivendono al ribasso le stime di crescita facendo ripiombare l'Italia al 2013. Poi è la relazione di Banca d'Italia a certificare l'inconsistenza delle misure approvate dal Governo gialloverde. Sempre oggi la multinazionale statunitense Whirlpool ha fatto carta da pesce dell'accordo sottoscritto con la garanzia del ministro Luigi Di Maio, mettendo in vendita lo stabilimento di Napoli.

Sempre oggi il governo avrebbe dovuto rispondere alla richiesta di chiarimenti avanzati dalla Commissione Europea che mercoledì aveva recapitato al Ministero dell'Economia una lettera, primo passo formale verso l'apertura di una procedura di infrazione per debito

Ne è nato un battibecco con accuse di fuga di notizie dopo che la missiva, scritta dal ministero dell'economia, non è stata approvata dal premier Conte ma è finita alle agenzie di stampa.

Tria alla Ue: "Tagli a spese sociali"

La risposta che il Ministro dell'Economia Giovanni Tria ha fornito all'esecutivo mette in evidenza la gravità della situazione. Il Mef infatti avrebbe messo sul piatto la "riduzione della spesa per il welfare" come viene anticipato dalle agenzie di stampa.

"Dal lato della spesa, il governo sta avviando una nuova revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022. Inoltre siamo convinti che una volta che il programma di bilancio sarà finalizzato in accordo con la Commissione europea, i rendimenti dei titoli di Stato italiani diminuiranno e le proiezioni relative alla spesa per interessi saranno riviste al ribasso"

Questo il passaggio chiave della risposta in cui il ministero dell'economia anticipava "tagli alle spese sociali". 

Di Maio: "Nessuno tocchi Reddito di cittadinanza e pensioni"

Un passaggio che ha provvocato l'irritazione del vicepremier Luigi Di Maio che puntalizza: "La lettera non è stata condivisa con noi. Sicuramente noi non tagliamo le spese sociali, né il reddito né quota 100".

Di Maio ha chiesto un vertice con la Lega, il premier Conte e il ministro Tria per "sistemare la lettera". Il capo politico del M5s lo spiega su Facebook: "Apprendo che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste!".

"Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!".

Un nuovo caso dunque, con l'ennesimo scontro tra le anime del Governo legastellatoL'adnkronos ha pubblicato il documento preparato dal Mef e che lo stesso ministero dell'Economia ha poi smentito dopo la dura presa di posizione del M5s: la stessa lettera era stata preventivamente mandata anche ad altri uffici istituzionali.

La lettera approvata dal premier Conte arriverà solo in tarda serata dopo il giallo della bozza circolata nel pomeriggio. Nel nuovo testo scompare il rifermento ai tagli al welfare nel 2020-2021 e si indica in modo più generico che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Inoltre, sottoliena Tria l'utilizzo delle nuove politiche di welfare (leggasi Reddito di cittadinanza, ndr) è finora inferiore alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019. 

Lettera alla Ue conferma la flat tax

Il governo -nella prima lettera preparata dal ministero dell'Economia- anticipa ai commissari europei l'intenzione di puntare sulla introduzione della flat tax per ridurre la pressione fiscale gravante sulla classe media.

"Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare, fatti salvi gli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020-2022, l'imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero degli scaglioni e la pressione fiscale gravante sulla classe media'', si legge nella missiva. ''Si effettuerà anche una revisione di detrazioni ed esenzioni fiscali''.

Lettera alla Ue :"Niente tasse né aumento iva"

Nel testo verrebbe ribadito alla Ue l'intenzione di non aumentare l'Iva. "In linea con la legislazione in vigore, il programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l'1,3 per cento del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020. I partiti politici hanno espresso riserve circa il previsto aumento dell'Iva, ma abbiamo comunque un ventaglio di misure alternative onde garantire il suddetto miglioramento strutturale", scrive Tria che giustifica così il mancato aumento ritocco fiscale.

"Dato l'inatteso calo del commercio internazionale e della produzione manifatturiera, e tenuto conto del persistere, in Italia, di un elevato tasso di disoccupazione e di condizioni di quasi deflazione, si è ritenuto che l'introduzione di ulteriori misure fiscali restrittive nel corso del 2018 sarebbe stata controproducente".

Pd: "Governo di irresponsabili"

“Sono degli irresponsabili e ogni giorno confermano la loro totale mancanza di rispetto per il Paese e per gli italiani" accusa Francesco Boccia, deputato e economista PD.

"Per quattro mesi ci hanno raccontato che le loro due misure principali inserite nella legge di Bilancio 2019, quota 100 sulle pensioni e il reddito di cittadinanza, anche se di sola spesa corrente avrebbero cambiato il corso della politica economica italiana - ricorda ancora Boccia - Quell’approccio sommato da continue minacce in Europa, aveva invece creato solo tensioni continue sui mercati finanziari che ci sono costate già 5 miliardi di maggiori oneri tra i sei mesi del 2018 e tutto il 2019".

"Conte, Di Maio e Salvini hanno raccontato ai mercati di privatizzazioni fantasma, pirotecnici sforamenti del deficit e di investimenti mai avvenuti. Alla fine hanno tagliato fondi alla scuola, a industria 4.0, ai servizi pubblici e fatto misure che hanno piantato l’Italia a zero riportandola ai numeri del 2013. Ora che la crescita è ufficialmente inesistente il Ministro dell’Economia, Tria, dichiara di ridurre il debito con un approccio prudente sulla spesa proprio sulle due misure che dal loro racconto avrebbero dovuto cambiare in meglio la condizione del Paese, nonostante i giudizi negativi di tutti gli osservatori internazionali. Per noi era chiaro sin dall’inizio che senza investimenti pubblici, riduzione delle tasse sul lavoro e pesanti interventi redistributivi sarebbe stato impossibile far crescere ancora l’Italia".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Per non aumentare l'Iva tagliano tutto, poi Di Maio chiede di riscrivere la lettera per l'Ue

Today è in caricamento