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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Perché il taglio dell'Iva rischia di restare soltanto una "fantasia" di inizio estate

L'ipotesi c'è, ma in molti concordano sul fatto che un taglio indiscriminato di uno o due punti Iva aggraverebbe la situazione dei conti pubblici con effetti minimi sui consumi. Gualtieri: "L'obiettivo del governo è la riduzione del costo del lavoro". Italia Viva: "Meglio tagliare l'Irpef, che è iniqua, complicata, troppo progressiva nei reddito medio-bassi"

L'ipotesi al vaglio del governo Conte, e di cui si parla da giorni, è un abbassamento selettivo e mirato dell’Iva per far ripartire con più forza i consumi. In sostanza si tratterebbe di fare come in Germania dove l’imposta sul valore aggiunto passerà temporaneamente dal 19 al 16% e dal 7 al 5% per molti prodotti alimentari. Conte ci crede, e secondo indiscrezioni il taglio potrebbe riguardare i settori più colpiti dal lockdown: ristorazione, turismo e automotive.

Siamo però nel campo delle ipotesi, anche perché si tratta di una misura costosa. Il ministero dell'Economia è molto prudente: nei prossimi giorni verranno fatte simulazioni per capire la fattibilità dell'intervento. Secondo i calcoli contenuti nella relazione tecnica del decreto Rilancio, il taglio di un punto dell'aliquota ordinaria del 22% vale circa 4,37 miliardi e dell'aliquota ridotta del 10% vale poco meno di 2,9 miliardi.

"Un taglio dell'Iva avrebbe certamente ricadute positive su tutta l'economia. Ma da solo non basta: per rilanciare definitivamente lo sviluppo dell'Italia è determinante far ripartire gli investimenti sulle infrastrutture. Accelerando, in particolare, sulle opere incompiute: secondo il report annuale dell`osservatorio sulle infrastrutture strategiche della Camera, solo un'opera su 10 è stata ultimata. E questo nonostante siano state già stanziate risorse per 220 miliardi di euro" avverte Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti.

"Abbassare le tasse, in Italia, ha sempre senso. Ma la domanda giusta è: date le risorse scarse e la situazione, è quella la prima tassa da abbassare? Per noi la priorità è ridurre la tassazione sul lavoro, sia dipendente che autonomo". Ma è possibile un intervento subito ma temporaneo, che tagli l'Iva solo nella seconda parte del 2020? "Al momento le risorse disponibili per il 2020 sono pari a 800 milioni di euro e li stiamo spendendo nell aconversione del decreto Rilancio. Per fare altro, serve uno scostamento di bilancio. Ma nessuno ha ancora proposto di inserire una decina di miliardi di significativo taglio Iva". Lo dice Luigi Marattin, responsabile economico di Italia Viva, in una intervista al Corriere della Sera. Allora, se non l'Iva, meglio tagliare l'Irpef, l'imposta sul reddito, secondo Marattin: "L'Irpef è vecchia, piena di buchi, iniqua, complicata, troppo progressiva là dove non dovrebbe esserlo, cioè ai livelli di reddito medio-bassi. Noi abbiamo una proposta per rifarla daccapo, per creare un sistema di tassazione sul reddito nuovo, più leggero e immensamente più semplice. Solo riducendo le tasse su chi lavora e produce l'Italia può mettersi a correre".

Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) esprime la propria soddisfazione in merito all'ipotesi di una riduzione temporanea dell'Iva che ha preso forma nel corso degli Stati generali, proprio partendo da una proposta dell'Associazione e su cui c'è stato in quell'occasione un primo confronto. Fin dall'inizio dell'emergenza Covid-19, il Cncc aveva, infatti, proposto un temporaneo taglio dell'Iva sui beni non alimentari venduti su rete fisica (tutti gli esercenti, ovunque presenti, escluse le vendite online).

L'Iva, imposta sul valore aggiunto, ha un'aliquota ordinaria del 22% della base imponibile. Alcune specifiche operazioni scontano l'aliquota ridotta al 4% o al 10%. Il rischio di aumento dell'Iva è stato recentemente scongiurato dal decreto Rilancio, che ha cancellato le clausole di salvaguardia.

Molto critico è Paolo Capone, Segretario Generale dell'Ugl, che in merito al possibile taglio dell'Iva annunciato dal governo dice: "Sì, no, forse. Anche sul possibile taglio dell'Iva il presidente Conte racconta delle belle favole, che però i cittadini sono ormai stanchi di ascoltare. Un annuncio che rischia, inoltre, di rallentare la ripresa dei consumi, proprio perché in tanti adesso aspettano questa misura prima di effettuare gli acquisti. Ora l`ipotesi sembra tramontare, perché considerata `troppo costosa`, anche se forse potrebbe essere attuata per un breve periodo. Insomma, qual è la proposta del Governo su un tema così importante e decisivo per la ripresa economica del nostro Paese? Tempi, coperture, costi sociali. Nulla". 

In molti concordano sul fatto che un taglio indiscriminato di uno o due punti Iva aggraverebbe la situazione dei conti pubblici con effetti minimi sui consumi. C'è bisogno di ben altro per sostenere la ripresa in questa fase storica. "Da un punto di vista strutturale l'obiettivo del governo è quello di una riduzione del costo del lavoro e lo abbiamo iniziato a fare con la riduzione del cuneo fiscale" dice il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, a Telefisco 2020.

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