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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Taranto

Taranto, "catastrofe annunciata": il futuro dell'ex Ilva è un'incognita

Il sindaco Melucci dopo i 4700 esuberi proposti da Mittal: "E’ una catastrofe purtroppo annunciata. Ma è una disfatta nazionale, non solo tarantina, che se non affrontata correttamente e subito segnerà il declino di tutto il Paese"

Quattromilasettecento: è il numero di esuberi previsto nei prossimi quattro anni dal nuovo piano industriale di Arcelor Mittal per l'ex Ilva di Taranto. Secco no di governo e sindacati: la trattativa si preannuncia molto difficile, come ampiamente previsto. La crisi è grave. Martedì 10 dicembre sarà sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo e nell'indotto.

Ex Ilva, il sindaco di Taranto: "Catastrofe annunciata"

"E’ una catastrofe purtroppo annunciata. Ma è una disfatta nazionale, non solo tarantina, che se non affrontata correttamente e subito segnerà il declino di tutto il Paese. Specie per l’incapacità di affrontare le sfide della modernità e sostenere le aspirazioni e i bisogni delle comunità locali, ad oggi inascoltate": commenta così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci la richiesta di esuberi da parte di ArcelorMittal alla ripresa delle trattativa con il governo, respinta con forza dai sindacati. "Il Governo ora metta da parte equilibrismi e paure, ci dica come e se intende tenere aperta quella fabbrica, come assicurerà reddito a migliaia di cittadini italiani e bonifiche miliardarie ad una città che ha sacrificato tutto per il benessere e il prestigio dell’Italia" conclude.

"Da Mittal nessuna vera speranza per il futuro industriale di Taranto"

L'esecutivo è deluso dall'attegiamento di Mittal: "Per quanto riguarda Ilva, il progetto che è stato anticipato non va assolutamente bene, mi sembra sia molto simile a quello originario e lo respingiamo. Lavoreremo a quelli che sono gli obiettivi che ci siamo prefissati con Mittal e che il signor Mittal si è impegnato con me personalmente a raggiungere". Lo dice il premier Giuseppe Conte ai giornalisti a margine della Giornata internazionale del Volontariato.

Nicola Oddati della segreteria nazionale del Pd parla di "nessuna vera speranza per il futuro industriale di Taranto, niente rassicurazioni sul piano ambientale, ma l'unica certezza di tagli ed esuberi. Solo su quelli sappiamo cosa aspettarci: 3 mila esuberi subito più altri 3mila entro il 2023 con la prospettiva di nessuna riaccensione dell'altoforno 5 secondo le prescrizioni ambientali entro il 2023. Arcelor Mittal non può più continuare a tirare la corda. In ballo ci sono le vite dei lavoratori e dei cittadini di Taranto, oltre al futuro industriale del Paese.  Chiediamo chiarezza in merito a quello che bisogna definire con onestà un catastrofico piano di ristrutturazione industriale che dichiariamo, senza mezzi termini, irricevibile. Il governo e il Pd sono in prima linea affinché Mittal onori gli impegni presi".

La città aspetta un piano a lungo termine e ci potrebbe essere un intervento diretto dello Stato, ma in una forma che al momento non è possibile immaginare. 

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