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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Dall'acqua ai trasporti: le tariffe dei servizi locali sono aumentate tre volte l'inflazione

Dopo il blocco delle tasse locali imposto dal Governo Renzi, molti amministratori si sono 'difesi' rincarando le tariffe e/o riducendo la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini

Dal 2015 e tariffe dei servizi pubblici erogati dagli enti locali sono aumentate del 5,6 per cento, oltre 3 volte la crescita dell'inflazione. Lo segnala la Cgia di Mestre portando ad esempio le principali tariffe amministrative applicate dai comuni (certificati di nascita, matrimonio/morte) che tra il 2015 - da quando cioè le Regioni e gli enti locali non possano più aumentare le tasse locali - le i primi 4 mesi di quest'anno sono aumentate addirittura dell'88,3 per cento. Una vera e propria mazzata per le tasche dei contribuenti.

L'aumento delle tariffe

Secondo lo studio, le tariffe applicate dalle società controllate dagli enti territoriali per la fornitura dell'acqua hanno subito un incremento del 13,9 per cento, quelle della scuola dell'infanzia del 5,1 per cento, le mense scolastiche del 4,5 per cento, il trasporto urbano del 2 per cento e i rifiuti dell'1,7 per cento. L'inflazione, invece, sempre in questo periodo è salita solo dell'1,7 per cento.+

Così gli enti locali hanno fatto cassa con le tariffe

Dopo il blocco delle tasse locali imposto dal Governo Renzi, sottolinea l'associazione, molti amministratori si sono 'difesi' rincarando le tariffe e/o riducendo la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini. E a conferma della bassa qualità dei servizi pubblici offerti dalla pubblica amministrazione la Cgia porta i risultati emersi da un'indagine elaborata l'anno scorso dall'Ue. Su 23 Paesi analizzati, l'Italia si colloca al 17° posto per livello di qualità della nostra Pubblica amministrazione. E se si va ad analizzare le performance di 206 realtà territoriali emerge come tra le migliori 30 regioni europee non ce n'e' nessuna italiana, visto che la prima, ovvero la Provincia autonoma di Trento, si colloca al 36° posto della classifica generale.

Al contrario ben 7 regioni del Mezzogiorno si collocano nelle ultime 30 posizioni: la Sardegna al 178° posto, la Basilicata al 182°, la Sicilia al 185°, la Puglia al 188°, il Molise al 191°, la Calabria al 193° e la Campania al 202° posto. Solo Ege (Turchia), Yugozapaden (Bulgaria), Istanbul (Turchia) e Bati Anadolu (Turchia), presentano uno score peggiore della Pa campana. Tra le realtà meno virtuose troviamo anche una regione del Centro, vale a dire il Lazio, che si piazza al 184° posto della graduatoria generale.

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