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Martedì, 23 Aprile 2024
TASSE

Altro che tassa sui contanti, il sondaggio che smonta la proposta anti-evasione

Gli italiani vedono con il fumo negli occhi l'ipotesi di introdurre un balzello sui prelievi superiori ai 1500 euro. L'idea era stata lanciata da Confindustria

Una tassa sul bancomat? No, grazie. Gli italiani bocciano sonoramente la proposta lanciata da Confindustria di introdurre una commisione del 2% sui prelievi sopra i 1500 euro per disincentivare l’uso del contante ed abbattere così l’evasione fiscale. L’idea di Confindustria era quella di utilizzare il gettito derivante dal nuovo balzello per garantire un credito di imposta del 2% a chi effettua pagamenti con la carta. Una proposta che ha l’obiettivo di scoraggiare l’evasione fiscale senza però penalizzare i redditi bassi. Ma l’ipotesi di introdurre un nuovo balzello non piace quasi a nessuno. 

Il sondaggio: la tassa su contanti bocciata dagli italiani

Secondo un sondaggio realizzato da Eumetra per "Quarta Repubblica" (Rete 4), la possibilità di istituire una tassa sul contante (o sul bancomat, che dir si voglia) è vista con il fumo negli occhi da quasi tre italiani su quattro.

La domanda posta agli intervistati è la seguente:

"Di recente, alcuni esponenti politici hanno proposto di scoraggiare l'uso di contanti che, secondo alcuni, favorirebbe l'evasione fiscale, ad esempio istituendo una imposta supplementare per chi ritira soldi al bancomat. Qual è la sua opinione? É giusto ‘punire’ chi usa i contanti?".

La risposta degli italiani è stata abbastanza inequivocabile con il 69% del campione che si è detto contrario alla proposta contro un 24% di favorevoli (il 7% preferisce non rispondere). 

L'Aduc: "Contanti già tassati, no a nuovi oneri"

La tassa sul contante non piace neppure all’Aduc (associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) il cui segretario, Primo Mastrantoni, argomenta così i suoi dubbi: "La domanda sorge spontanea: perché un risparmiatore deve pagare una tassa per prelevare soldi sui quali ha già pagato le tasse". 

"Serve per incentivare l'uso delle carte, dichiara la Confindustria, perché una analoga percentuale, cioè il 2%, sarebbe utilizzata come credito di imposta per chi paga con le carte. Già, cosi si innesca un meccanismo complicato, perché la detrazione verrebbe applicata quando si farà la dichiarazione dei redditi".

Insomma, secondo l’Aduc "il debito si paga subito, il credito si avrà in seguito. Un film già visto". Eppure, continua Mastrantoni, "nel nostro Bel Paese ci sono circa 108 miliardi di evasione fiscale e contributiva. Basterebbe controllare i settori a maggior rischio, piuttosto che inventarsi tasse aggiuntive per il contribuente che le tasse già le paga". 

Quanto alle probabilità che la tassa sul contante diventi legge, secondo l’Aduc la proposta di Confindustura "ha tutta l’aria della palla alzata per essere poi essere schiacciata. Chi alza è la Confindustria e chi schiaccia è il governo".

Lotta all'evasione: cosa prevede il programma di governo

Per la verità finora nessun esponente di peso dell’esecutivo ha aperto a questa possibilità. Nel programma sottoscritto da Pd e M5s si fa riferimento alla necessità di rendere  "quanto più possibile trasparenti le transazioni commerciali, agevolando, estendendo e potenziando i pagamenti elettronici obbligatori  e riducendo  drasticamente i costi di transazione", ma non c’è nessun accenno a nuove tasse. Poi certo, mai dire mai. 

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