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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tasse e accertamenti fiscali, dal 1° luglio scatta il contraddittorio preventivo

Gli uffici dell’Agenzia delle Entrate saranno tenuti a invitare al contraddittorio il contribuente prima di emettere avvisi di accertamento

Dal prossimo 1° luglio entra in vigore in campo fiscale il contraddittorio preventivo: sarà obbligatorio per alcune tipologie di controlli. Lo chiarisce la circolare dell’Agenzia delle Entrate i cui uffici saranno tenuti a invitare al contraddittorio il contribuente prima di emettere avvisi di accertamento riguardanti imposte sui redditi e addizionali, contributi previdenziali, ritenute, imposte sostitutive, Irap, imposta sul valore degli immobili all’estero (Ivie), imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero (Ivafe) e Iva.

L'Agenzia incoraggia il ricorso al contraddittorio preventivo, quando possibile, anche nei casi non obbligatori, al fine di valorizzare il più possibile il confronto anticipato con il contribuente e di accrescere l’adempimento spontaneo. La circolare di oggi precisa, in ogni caso, il perimetro di applicazione del contraddittorio preventivo. Fra l’altro, questo si può non applicare quando è stata rilasciata copia del processo verbale di chiusura delle operazioni da parte degli organi di controllo.

C'è infine un caso denominato "motivazione rafforzata": il documento di prassi di oggi precisa che in caso di mancata adesione l’avviso di accertamento deve essere motivato con riferimento ai chiarimenti e ai documenti forniti dal contribuente. L’esito del contraddittorio diventa quindi protagonista e costituisce parte della motivazione dell’accertamento.

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Intanto prosegue il calo del contenzioso tributario: secondo i dati del Ministero dell'economia le nuove controversie registrano una diminuzione del 4% e le pendenze si riducono del 6%.

Alla data del 31 marzo 2020 le controversie tributarie pendenti, pari a 343.537, sono diminuite del 6,37% rispetto al 31 marzo 2019, mentre risultano in crescita del 2,39% rispetto l’inizio dell’anno.

Le controversie instaurate in entrambi i gradi di giudizio nel primo trimestre 2020, pari a 48.849, registrano una riduzione del 3,91% rispetto all’analogo periodo del 2019.

Le controversie definite pari a 40.821 mostrano un forte calo tendenziale del 30,04% rispetto al medesimo periodo del 2019 determinato dall’elevato numero di sospensioni delle udienze a causa dell’emergenza sanitaria, che ha generato, conseguentemente, la crescita della pendenza rispetto il 31 dicembre 2019.

In particolare, le nuove controversie presentate in primo grado presso le Commissioni tributarie provinciali (CTP) sono state pari a 35.526, in diminuzione del 5,84%; i ricorsi definiti, pari a 29.688, hanno registrato un calo del 31,16%. Nelle Commissioni tributarie regionali (CTR), gli appelli pervenuti nel medesimo periodo, pari a 13.323, sono risultate in crescita dell’1,66%; le definizioni, pari a 11.133 provvedimenti, sono state inferiori del 26,89%.

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Nelle CTP la quota di giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore si è attestata al 48%, per un valore complessivo di 1.350,99 milioni di euro, mentre quella dei giudizi completamente favorevoli al contribuente è stata di circa il 27%, per un valore di 541,60 milioni di euro. La percentuale delle controversie concluse con giudizi intermedi è stata di circa l’11%, per un valore complessivo di 401,08 milioni di euro.

Nelle CTR la quota di giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore è stata del 49%, per un valore complessivo di 851,54 milioni di euro, quella dei giudizi completamente positivi nei confronti del contribuente è stata di circa il 30%, per un valore complessivo di 1.084,12 milioni di euro. Le controversie concluse con giudizi intermedi rappresentano circa il 9%, per un valore complessivo di 204,36 milioni di euro.

Nel primo trimestre, il 98,34% degli atti e documenti delle nuove controversie complessivamente depositate è stato trasmesso attraverso il canale telematico (PTT). Nel dettaglio, presso le CTP, il PTT è stato utilizzato per il deposito del 98,30% degli atti processuali, mentre presso le CTR la percentuale si attesta al 98,47%.

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