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Mercoledì, 24 Aprile 2024
TASSE

Sorpresa: le tasse sulle piccole imprese continuano a salire

Secondo la Cna il peso del fisco per le pmi sarà in lieve aumento anche nel 2018. La città più tartassata Reggio Calabria, dove fra Tasi, Tari, Irap, Irpef e le varie addizionali un'impresa deve mediamente al fisco il 73,4% del reddito prodotto

Seppure di poco, nel 2018 la pressione fiscale media sulle piccole imprese tornerà di nuovo a salire. Dopo l'aumento dello 0,3% registrato nel 2017, quest'anno il peso delle tasse salirà ancora di un altro 0,2 per cento, portandosi al 61,4%. La proiezione è stata elaborata da "Comune che vai, fisco che trovi", il Rapporto 2018 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione delle piccole imprese in Italia, giunto alla quinta edizione, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia.

Siamo ancora abbastanza lontani dal picco registrato nel 2012, ma di certo si tratta di un brutto segnale per il settore produttivo.  Il dato di sintesi, inoltre, non fotografa le profonde differenze nella tassazione locale. La realtà italiana è molto complessa. Tanto da far emergere non "una" pressione fiscale, ma "numerose" pressioni fiscali.

Il peso del fisco sull'impresa tipo

L’Osservatorio calcola il Total tax rate (Ttr), vale a dire l’ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi. Individua, inoltre, il Tax free day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare per l’ingombrante "socio" pubblico. A differenza di altri organismi, anche internazionali, l’Osservatorio CNA basa la sua analisi sull’impresa tipo italiana, con un laboratorio e un negozio, ricavi per 431mila euro, un impiegato e quattro operai di personale, 50mila euro di reddito. Un incremento compiutamente ascrivibile all’aumento programmato della contribuzione previdenziale dell’imprenditore.

Si allontana il giorno della liberazione fiscale

Di conseguenza, il giorno della liberazione fiscale media si allungherà di altre ventiquattr’ore, per arrivare all’11 agosto, contro il 10 agosto del 2017 e il 9 agosto del 2016. Intanto si va ampliando il divario tra la pressione fiscale che grava sulle piccole imprese e quella media nazionale. Nel 2017 è andata dal 61,2% sulle piccole imprese al 42,4% sulla totalità dei contribuenti: un’ingiustizia che vale 18,8 punti percentuali.

I Comuni che tartassano di più le imprese

La maglia nera di questa speciale classifica va a Reggio Calabria, dove fra Tasi, Tari, Irap, Irpef e le varie addizionali una pmi deve mediamente al fisco il 73,4% del reddito prodotto. Al titolare restano letteralmente le briciole. Seguono Bologna (72,2%), poi Roma e Firenze (69,5%), Catania (69%), Bari 68,5%), Napoli (68,2%), Cremona e Salerno (67,3%), Foggia (66,8%). Le città meno tassate sono invece Gorizia con il 53,8%, poi Udine con il 54,5%, Imola (54,9%), Cuneo, Trento e Belluno (55%).

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