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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il costo del denaro

I tassi alle stelle che inguaiano banche e famiglie

Cosa cambia con i tassi d'interesse al 3,50% ma soprattutto, saliranno ancora? Cosa dobbiamo aspettarci?

Da luglio 2022 a oggi la Banca centrale europea ha alzato il costo del denaro per ben sei volte, portando il tasso di riferimento nell’eurozona al 3,50%, livello più alto dal 2008. La presidente Christine Lagarde lo ha fatto principalmente per combattere l’inflazione, volata otre il 10%, con l’obiettivo di riportare i prezzi attorno al target del 2%. La Bce ha scelto la linea dura, mettendo in conto tutti i contro effetti di un repentino rialzo dei tassi d’interesse, nonostante una pioggia di critiche da parte di alcuni politici ed esperti (soprattutto nel nostro Paese). Cosa cambia con i tassi al 3,50% ma soprattutto, saliranno ancora? Cosa dobbiamo aspettarci?

La linea dura della Lagarde

Dopo aver toccato il picco del 10,6% a ottobre, i prezzi al consumo dell’eurozona hanno registrato solo una modesta decelerazione portandosi all’8,5% nel mese di febbraio 2023. L’escalation dei prezzi, dovuta principalmente alla componente energia per via della guerra in Ucraina, ha destato non poche preoccupazioni, spingendo la Bce a intervenire con forza per riportare l’inflazione attorno all’obiettivo del 2%. E così nel mese di luglio si è passati da un costo del denaro pari a zero allo 0,50%, il primo rialzo degli ultimi 11 anni. Successivamente la Lagarde ha deciso di accelerare il passo, aumentando il costo del denaro di 75 punti nelle riunioni di settembre e ottobre, rispettivamente, per poi tornare al ritmo di 50 punti base nei successivi incontri fino a marzo. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è arrivato così al 3,50%, livello più alto dal 2008. Cosa succederà ora? Quali effetti avranno questi aumenti sull’economia, sulle imprese e sulle famiglie?

Prezzi al consumo eurozona - Eurostat

Bce, tassi ai massimi dal 2008: cosa succederà

Abbiamo imparato che le banche centrali aumentano i tassi d’interesse per frenare l’inflazione e che un aumento del costo del denaro si traduce in interessi più alti da pagare sui soldi presi a prestito, sia per le imprese che per le famiglie. Una corsa al rialzo del costo del denaro genera una contrazione degli investimenti da parte delle imprese, con effetti a cascata sull’occupazione e sulla crescita economica del Paese. Viene definita una mossa 'restrittiva' proprio perché tende a ridurre la liquidità presente sul mercato, portando a una contrazione della domanda di beni e servizi. Di fronte a un eccesso di offerta i prezzi tornano a scendere. Di contro, però, la crescita economica tende a rallentare.

Gli aumenti dei tassi d’interesse non si ripercuotono negativamente solo sulle imprese ma anche sulle famiglie, sotto forma di rincari su prestiti e mutui. Il fenomeno interessa circa una famiglia su quattro, visto che in Italia ci sono 6,8 milioni di famiglie indebitate. Di queste, 3 milioni e mezzo hanno un mutuo per l'acquisto di una casa. Lo specifichiamo perché il rialzo dei tassi va a colpire particolarmente gli interessi sui finanziamenti per la casa. Ad esempio, MutuiOnline.it ha stimato che l’ennesimo rialzo del costo del denaro comporterà un aumento della rata di quasi 30 euro al mese (+4,6%) per un mutuo a tasso variabile da 140mila euro a 20 anni. Non sembra molto ma bisogna considerare che questo è il sesto rialzo da luglio: rispetto a febbraio 2022 la rata del finanziamento è lievitata del 31%, passando da 625 a 819 euro. L’impatto sul budget familiare inizia a diventare pesante, passando dal 22% di febbraio 2022 al 30% del reddito mensile di una famiglia oggi. 

Gli italiani che non riescono più a comprare casa

Le previsioni sui tassi d’interesse della Bce

Con molta probabilità la Bce continuerà ad alzare il costo del denaro nei mesi a venire, ma a un ritmo molto più lento rispetto al passato. Questo perché ulteriori rialzi dei tassi potrebbero andare a incidere negativamente sull’economia. "La Bce aspetterà di vedere l'impatto del suo inasprimento dei tassi sull'economia oppure continuerà ad aumentare il costo del denaro fino a quando l'inflazione core (al netto delle componenti più volatili, ndr) non inizierà a scendere? Al momento ci aspettiamo un compromesso – spiegano gli esperti di Ing. Due ulteriori rialzi dei tassi di 25 pb ciascuno a maggio e giugno, prima di interrompere il ciclo di rialzi ed entrare in un periodo di attesa più lungo".

Tassi banche centrali stime - ING-2

Lagarde: "Inflazione al 2% senza compromessi"

La Lagarde sembra avere le idee chiare sull’argomento: "Conseguiremo la stabilità dei prezzi e non transigiamo sull'impegno a riportare l'inflazione al 2% nel medio termine. Affinché le pressioni inflazionistiche si attenuino, è importante che la nostra politica monetaria tenga saldamente la rotta in direzione restrittiva", ha chiosato. Il numero uno della Bce, però, ha lasciato la porta aperta a tutte le opzioni possibili. "In presenza di un’elevata incertezza, è ancora più importante che il percorso dei tassi dipenda dai dati. Ciò significa che, ex ante, non ci impegniamo ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse ma non abbiamo finito di farlo". Secondo la Lagarde l’aumento del costo del denaro "inizia a sortire i suoi effetti soltanto adesso. Se lo scenario di base delle nostre proiezioni più recenti sarà confermato – ha concluso -, avremo ancora molta strada da fare per assicurare che le pressioni inflazionistiche siano disinnescate".

La polemica sui tassi e sul debito pubblico

Questa determinazione non piace proprio a tutti. C’è chi esorta la Lagarde ad alzare ancora i tassi e a "essere più ostinata nel domare l’inflazione", come il governatore della Bundesbank Joachim Nagel, e chi invece la invita alla prudenza, come l’economista premio Nobel Nouriel Roubini, diventato famoso per le sue previsioni sulla crisi dei subprime del 2008. "C’è così tanto debito nel sistema che se aumentano i tassi di interesse a sufficienza per combattere l’inflazione, ci sarà un vero e proprio hard landing (brusca frenata dell’economia, ndr), che porterà a gravi insolvenze del debito", ha dichiarato il professore.

Queste sono solo due voci di un più ampio dibattito che si è venuto a creare attorno al tema del rialzo dei tassi, visto che questi interventi, oltre agli effetti (negativi) descritti sopra su imprese e famiglie, comportano anche un aumento significativo dei costi del debito pubblico dei governi in termini di interessi. Una maggiore spesa per lo Stato che dovrà essere affrontata o con un aumento delle tasse o con una riduzione della spesa pubblica. Tradotto vuol dire meno servizi e meno prestazioni assistenziali per le fasce più deboli della popolazione.

Tassi Bce: gli effetti (negativi) sulle banche

In questo particolare momento storico c’è un altro effetto da non sottovalutare insito nel rialzo dei tassi d’interesse: le ripercussioni sui portafogli obbligazionari delle banche. Alla luce del fallimento della Silicon Valley Bank americana e della crisi di Credit Suisse il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, ha avvertito i ministri delle finanze Ue che alcune banche potrebbero essere vulnerabili all’aumento dei tassi di interesse, a causa dei loro modelli di business. Alcuni istituti di credito Ue, infatti, avendo in pancia moltissime obbligazioni non più appetibili sul mercato per via della corsa dei tassi (i bond di nuova emissione hanno remunerazioni più alte rispetto al passato), potrebbero trovarsi in difficoltà nel caso di una irrazionale corsa agli sportelli da parte dei clienti dettata da una mancanza di fiducia verso il sistema.

Il settore bancario europeo "gode di buona capacità di tenuta e solide posizioni di capitale e liquidità", ha assicurato pochi giorni fa la Lagarde dicendosi pronta ad agire e a "fornire, se necessario, liquidità a sostegno del sistema finanziario e a preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria". Peccato però che proprio oggi in borsa il panico è tornato a dettare legge, accanendosi principalmente su Deutsche Bank e a cascata sugli altri istituti di credito europei, alimentando i timori di una nuova crisi del settore bancario Ue.

L'incubo di una nuova crisi bancaria piomba sull'Ue: "Italia ratifichi Mes"

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