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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La riforma

Il primo atto della Lega: tetto al pagamento in contanti a diecimila euro

È la proposta presentata dalla Lega con una proposta di legge a firma del deputato Alberto Bagnai. Fazzolari (Fdi): "Già nella prima legge di bilancio"

La Lega ha depositato un progetto di legge per alzare il tetto del contante a 10mila euro. Prima firma dell'onorevole Alberto Bagnai. Lo riferisce l'ufficio stampa del Carroccio. La legge va verso l'approvazione perché, lo ha confermato il senatore Fdi Giovanbattista Fazzolari: "L'aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di Fdi, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio. Non ha nessun collegamento con la lotta all'evasione. C'è una tregua fiscale come è previsto nel programma. Chi ha pagato le tasse nei tempi e nei modi pagherà sempre meno di chi non lo ha fatto". 

Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato su Facebook: "Proposta di buonsenso della Lega, in linea col programma del centrodestra e con altri Paesi europei: alzare il tetto di spesa in denaro contante dagli attuali 2mila a 10mila euro. Meno burocrazia, più libertà".

Alberto Bagnai-2

Attualmente la soglia è di duemila euro. Questo significa che, per un qualsiasi pagamento in contanti, non si può arrivare a tirare fuori dal portafogli più di 1.999 euro. Lo aveva deciso un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal centrodestra, che aveva votato contro il tetto a mille euro scattato a gennaio scorso. Infatti nella storia repubblicana il tetto al contante è sempre stato molto altalenante. In generale l’abbassamento del tetto ai contanti con cui pagare una transazione, è sempre stato uno strumento per incentivare nel Paese il ricorso alle transazioni digitali e per contrastare l’evasione fiscale e il fenomeno dei pagamenti in nero.

Come è cambiata la soglia del tetto al contante nella storia

Per comprendere come questa soglia sia sempre stata al centro di diatribe politiche bisogna risalire ai tempi della lira. E’ stato il governo di Giulio Andreotti nel 1991 a varare una legge che vietava “il trasferimento di denaro contante o di titoli al portatore in lire o in valuta estera [...] quando il valore da trasferire è complessivamente superiore a lire venti milioni”. Non ci sono state modifiche con il passaggio all’euro nel 2002 bensì solo una conversione di valuta, per cui la legge del governo Andreotti era ancora valida e la soglia era di 10.329,14 euro. Soglia poi innalzata a 12.500 euro con il secondo governo Berlusconi. Poi a guidare il Paese c’è stato Romano Prodi che, nel 2007, ha abbassato la soglia a cinquemila euro. Cancellata con un colpo di spugna dal quarto governo Berlusconi che, nel 2008, ha riportato la soglia a 12.500 euro. Lo stesso Berlusconi nel 2010 ha portato il tetto a 5mila euro e poi a 2.500. Solo con il governo Monti il tetto ha raggiunto la soglia minima: mille euro.

Come funziona il tetto ai contanti in Europa

In Europa i Paesi ad avere un limite all’uso del contante sono nell’area meridionale e in quelli dell’Est, tra cui Italia, Spagna, Belgio, Portogallo, Grecia. La media si attesta sui 5.300 euro, con la Grecia dove c’è il limite più basso: 500 euro. Croazia e Slovacchia sono i Paesi Ue meno restrittivi con 15mila euro. Tra gli Stati membri che non prevedono limitazioni, in Germania chi paga oltre 10 mila euro in contanti deve esibire un documento d’identità, in Danimarca gli esercenti possono decidere di accettare pagamenti in contanti solo fino a 2.500 euro, nei Paesi Bassi esiste l’obbligo di segnalare le transazioni sospette e in Svezia un commerciante può rifiutare qualsiasi pagamento in contanti.

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