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Giovedì, 25 Aprile 2024
RIFORMA DEL LAVORO

"Doppio stipendio" in busta paga a febbraio: il Tfr secondo Renzi

Renzi non transige: "I soldi del Tfr vadano in busta paga". Ma studia una mossa per accontentare imprese e lavoratori: le aziende saranno "convenzionate" con le banche e i dipendenti potranno ottenere tutto il Tfr annuale nel mese di febbraio

ROMA - Da un lato il desiderio di "regalare" ai lavoratori nuove risorse per rimettere in moto l'economia, una sorta di secondo bonus. Dall'altro la necessità di non affossare definitivamente le imprese, già messe a dura prova da una recessione che sembra non avere fine. Nel mezzo, a cercare un equilibrio evidentemente difficile da raggiungere, il premier Matteo Renzi. 

Su una cosa il presidente del Consiglio ha deciso di non transigere, nonostante l'opposizione di parte del Pd e di Confindustria in primis: i ricavi del Tfr sono dei lavoratori e vanno dati ai lavoratori, ma non a fine carriera. "Mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga mensilmente - ha scritto il premier nella sua Enews - Sono soldi dei lavoratori, si dice. Che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li "bruci" tutti insieme. Uno Stato-Mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il Mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga mensilmente. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell'operazione 80 euro, più possibilità d'acquisto, un altro tassello verso il modello Italia: noi infatti abbiamo scelto di non ridurre i salari, come hanno fatto altri paesi, ma di fare le riforme per creare competitività. Questo dal punto di vista filosofico. Dal punto di vista pratico, invece, il problema è evitare di affossare la liquidità delle piccole medie imprese che potrebbero soffrire la necessità di pagare subito la mensilità in più".

Per evitare di dare il colpo di grazia a imprese già in difficoltà, Renzi avrebbe in mente due possibili strade, magari da seguire parallelamente: stipulare "convenzioni" speciali tra istituti di credito e aziende, e permettere al lavoratore di scegliere se e quando richiedere il Tfr. 

Scrive Libero, che pubblica delle indiscrezioni sulle mosse del governo per superare l'impasse: 

A erogare il trattamento di fine rapporto potrebbero essere le banche e la cassa depositi e prestiti. Non c’è nulla di ufficiale, ma circolano insistenti le voci sulle intenzioni del premier che sarebbe intenzionato a introdurre la volontarietà. E il versamento del Tfr in un’unica soluzione nel mese di febbraio e pari a una mensilità a chi lo chiede. 

Il perno più importante della riforma, nelle idee della squadra di governo, riguarda appunto la volontarietà. Ciascun lavoratore sceglierà se ricevere l'anticipo del Tfr maturato nell'anno precedente e potrà anche scegliere se trasferire in un'unica tranche, a febbraio appunto, nella busta paga tutto l'ammontare maturato nell'anno precedente oppure distribuirlo nell'arco dei dodici mesi. 

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