rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

Brennero, l'Austria limita il transito ai tir italiani: danni incalcolabili all'export

Il 1° agosto entrano in vigore le nuove norme varate dal Governo del Tirolo per contenere la circolazione dei tir al Passo del Brennero. Il provvedimento mette a rischio una quota importante delle nostre esportazioni. E la ferrovia sarà attiva solo tra 10 anni

Sono in arrivo pesanti limitazioni al traffico delle merci italiane dirette verso l'Austria, la Germania e i Paesi del Nord Europa. Il 1° agosto entreranno in vigore le nuove norme varate dal Governo del Tirolo per contenere la circolazione dei tir al Passo del Brennero.

Ad ottobre 2018 infatti l'Assemblea del Land Tirolo ha varato, all'unanimità, un insieme di limitazioni al traffico pesante di attraversamento del Passo del Brennero che potrebbe entrare in vigore da agosto 2019. Sono previsti, tra l'altro, il divieto di circolazione dei tir euro 4 (gli euro 5 seguiranno nel 2021), l'inclusione dei tir euro 6 nel "divieto settoriale" (che già riguarda specifici prodotti) e l'anticipo del divieto al sabato mattina nei fine settimana di gennaio e febbraio.

Brennero, limite ai tir

Il provvedimento mette a rischio una quota importante delle nostre esportazioni. Per il nostro paese l'attraversamento dell'arco alpino rappresenta l'unica via per raggiungere i mercati esteri di riferimento. Più del 70% dei flussi import/export tra l'Italia e il resto dei paesi europei attraversa le Alpi. E l'84% dell'interscambio tra l'Italia e l'Ue28 è trasportato con i Tir su strada.

L'interscambio commerciale tra l'Italia e i Paesi del Corridoio Scandivano-Mediterraneo, di cui l'asse del Brennero è un segmento fondamentale, supera i 200 miliardi di euro l'anno.

Queste merci, nel 93% dei casi, vengono trasportate su strada, passando, appunto, per il valico alpino. Di fronte a questa violazione del diritto comunitario sulla libera circolazione delle merci, il sistema delle Camere di commercio, su iniziativa delle Camere dell'Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto e con il supporto di Uniontrasporti, è sceso in campo, realizzando uno studio nel quale vengono presentate le forti criticità collegate all'iniziativa unilaterale del Land tirolese e avanzate una serie di controproposte.

"Il Brennero è un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall'Italia verso l'Europa. E viceversa" sottolinea il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli, secondo il quale "questi provvedimenti, decisi unilateralmente, avranno, se non saranno rivisti, ricadute a dir poco preoccupanti per le nostre imprese e per le economie locali: nel breve termine con un rallentamento delle vendite italiane all'estero e nel lungo termine, addirittura, con la sostituzione dei nostri prodotti". 

Brennero "semi chiuso": danni all'export

Al netto di una quota di traffico per cui non è dichiarata la modalità di trasporto, la strada incide per il 93% nelle esportazioni verso questi territori, mentre la ferrovia non va oltre il 4%. Lungo il Brennero, l'alternativa ferroviaria efficace e performante sarà attiva solo tra 10 anni.

Fino ad allora, i flussi commerciali devono poter scegliere le modalità di trasporto migliori senza alcun vincolo unilaterale. Nella consapevolezza che la Regione alpina è un patrimonio dell'umanità da preservare, le Camere di commercio hanno quindi stilato un primo elenco di misure alternative. Tra queste, il fatto di dare più tempo alle aziende di autotrasporto per rinnovare il proprio parco veicolare prima di introdurre divieti di transito; l'eliminazione del divieto notturno di circolazione dei tir in Austria, cosa che potrebbe contribuire a rendere ancora più fluido e sicuro il traffico ed eviterebbe il cumulo del traffico pesante con quello dei pendolari nelle prime ore della mattina; l'introduzione di una riduzione dinamica della velocità per tutti i veicoli, magari in particolari tratti e giornate.

L'interscambio commerciale L'interscambio commerciale del nostro paese con i Paesi che insistono lungo la traiettoria del Corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell'Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca), nel 2018 è stato pari a 212.569 milioni euro, cui corrispondono 80.744 mila tonnellate trasportate via camion e via treno. Le esportazioni verso i Paesi dell'asse Scandinavo-Mediterraneo rappresentano in media il 5,8% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Brennero, l'Austria limita il transito ai tir italiani: danni incalcolabili all'export

Today è in caricamento