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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Traghetti per Sicilia e Sardegna: perché i prezzi sono aumentati (e cosa succederà in estate)

L’aumento definito da Assotir "esorbitante" del costo dei biglietti dei traghetti che solcano lo stretto di Messina "non è giustificabile, aprire una fase di monitoraggio sulle tariffe". Sulla Genova-Olbia-Genova, tratta per eccellenza del turismo vacanziero in Sardegna, un traghetto passeggeri oggi spende 50 mila euro in più di carburante

Andare via mare in Sicilia e Sardegna sta diventando esoso. Troppo esoso. L’aumento definito da Assotir "esorbitante" del costo dei biglietti dei traghetti "non è assolutamente giustificabile, per questo è necessario aprire una fase di monitoraggio sulle tariffe", secondo l’Associazione Italiana delle imprese di Trasporto, che non nascondono le difficolta dopo il recente intervento dell’Antitrust nei confronti di Caronte & Tourist per abuso di posizione dominante nel traghettamento passeggeri con auto sullo stretto di Messina.

Aumento prezzi traghetti Sicilia e Sardegna

"Il recente intervento sanzionatorio dell’Antitrust nei confronti di Caronte & Tourist con una sanzione di 3,7 milioni di euro - sottolinea il Segretario Generale di Assotir, Claudio Donati - è una circostanza del tutto fortuita, tuttavia utile a dare centralità, almeno a livello di opinione pubblica, alla questione del caro-traghetti, che ha assunto un peso insostenibile per gli autotrasportatori, visto che, nel periodo settembre 2021- aprile 2022, gli armatori hanno applicato in media aumenti fuori da ogni logica, deI quali oltretutto, è difficile capirne le motivazioni". 

L'associazione chiede alle Commissioni Finanza e Tesoro e Industria, Commercio, Turismo del Senato, "di aprire una fase di monitoraggio sulle tariffe dei noli dei traghetti, con specifico riferimento al periodo settembre 2021-apirile 2022”. Analizzando i listini dei principali operatori del settore, si rileva infatti, nel periodo in esame, un incremento medio delle tariffe di circa il 30%, con punte che arrivano al 46%". A cosa sia dovuto questo aumento, secondo Assotir, non è dato sapere. “Certamente- aggiunge Donati - non può essere imputato al solo costo del carburante che, essendo aumentato, nello stesso periodo, proprio del 30%, ha certamente un’incidenza sui costi di impresa sostenuti dagli armatori enormemente inferiore”.

C'è bisogno di trasparenza. “Stiamo parlando di cifre considerevoli, che valgono alcune centinaia di euro a tratta per la gran parte delle tratte interessate – sottolinea ancora Donati -, per questo ci aspettiamo che, chi ha la responsabilità, si attivi per affrontare un tema di così grande impatto per migliaia di imprese di autotrasporto, molte delle quali, specie se operanti con le isole, non possono neppure invocare ipotetiche alternative, per la semplice ragione che non ne esistono. Siamo di fronte ad un mercato fatto di pochissimi, grandi, operatori, i quali hanno applicato aumenti tariffari, non uguali ma, simili, sostanzialmente nello stesso arco di tempo e con una metodologia anch’essa abbastanza simile. Senza alcuna spiegazione. Non troviamo affatto che tutto ciò sia normale” conclude Donati.

50mila euro in più per pagare il carburante

I traghetti sono cari anche per raggiungere l'altra isola maggiore, la Sardegna. Il costo del carburante ha un peso notevole in tutto ciò. Su una rotta come Genova-Olbia-Genova, tratta per eccellenza del turismo vacanziero in Sardegna, un traghetto passeggeri oggi spende ogni giorno circa 50mila euro in più per pagare il carburante (che rappresenta circa il 30% dei costi di esercizio di una nave) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La "denuncia" di Assarmatori risale a qualche settimana fa. "Adeguare i noli e le tariffe, e quindi il costo dei biglietti, sarà - secondo Stefano Messina, presidente di Assarmatori - una scelta obbligata per evitare la sospensione di quei servizi marittimi da e per le isole, che anche nei mesi più duri della pandemia hanno garantito comunque sia la continuità territoriale, sia il trasporto di passeggeri e merci, inclusi gli approvvigionamenti indispensabili specie per la Sardegna".

L'allarme lanciato "si basa su dati concreti e incontestabili, aggravati e resi insostenibili dalla drammatica escalation del conflitto russo-ucraino e dalle conseguenze che sta innescando sul mercato energetico: il prezzo di un barile di petrolio Brent negli ultimi giorni è stabilmente sopra i 100 dollari e i prezzi dei combustibili per le navi hanno seguito questo trend con ancora maggiore volatilità dicono gli armatori. "Adeguare i noli e le tariffe rappresenta una scelta dolorosa ma necessaria che impatterà sull'intera filiera produttiva fino al consumatore finale. Ma le conseguenze di uno stop ai servizi sarebbero - ha affermato Messina - ben più drammatiche, come facilmente intuibile, in particolare per la popolazione insulare e per tutto l'indotto, anche turistico, per il quale questi collegamenti sono linfa vitale". "È il caso di ricordare - ha concluso - come le nostre imprese siano ancora in attesa dei ristori previsti da diversi provvedimenti legislativi per limitare le conseguenze economiche dell'emergenza sanitaria, e adesso si trovino ad affrontare, da una posizione di ulteriore fragilità, le conseguenze di una nuova emergenza".

Insomma, in vista dell'estate il trend è abbastanza negativo, anche se è sempre difficile prevedere con certezza cosa succederà nei prossimi mesi: le previsioni, comunque, non sono incoraggianti. Se i prezzi non dovessero scendere o il governo non interverrà a sostegno del settore dei trasporti su mare, il rischio di rincari per quanto riguarda i costi dei biglietti è concreto.

Chi volesse raggiungere le isole in vacanza la prossima estate può cercare scontistiche vere probabilmente solo prenotando con larghissimo anticipo.

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