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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Unicredit, ipotesi piano con 10mila esuberi: sindacati pronti a “fare a cazzotti”

La notizia lanciata da Bloomberg ha subito messo in allarme le sigle di settore. Sileoni della Fabi: ''Se queste indiscrezioni fossero confermate stavolta si fa a cazzotti e se serve useremo altro''.  Unicredit ha fatto sapere attraverso un portavoce, di non voler commentare la notizia

L'indiscrezione è di quella che fanno tremare i palazzi: ''Il nuovo piano industriale di Unicredit conta 10mila esuberi''. A sparare l'anticipazione sulle intenzioni future dell'istituto di credito è Bloomberg, che in un articolo pubblicato questa mattina in cui venivano spiegate le prossime mosse contenute nel piano industriale che verrà presentato il prossimo dicembre. I tagli al personale, secondo quanto ha rivelato Bloomberg, riguarderebbero sia l'Italia che il resto dei Paesi dove è presente il gruppo: il numero ipotizzato è di 10mila unità, ma è possibile che la cifra possa anche essere inferiore. In relazione a questa indiscrezione, Unicredit ha fatto sapere attraverso un portavoce, di non voler commentare la notizia. Il piano che sarebbe in fase di studio potrebbe anche prevedere la riduzione di un ulteriore 10% dei costi operativi.

Unicredit, sindacati pronti “alla rissa”

La notizia lanciata da Bloomberg è tutta da confermare, ma l'ipotesi di un piano strategico con 10mila esuberi ha subito messo in allarma i sindacati di categoria. Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, ha scritto su Facebook:  "Se fosse vera l'indiscrezione secondo la quale il gruppo Unicredit preparerebbe un piano industriale con 10.000 esuberi sarebbe una vergogna, siamo pronti alla mobilitazione. Manovre di questo tipo sono operazioni di sciacallaggio, tutte a danno del personale, di una banca che pretende di fare affari in Italia senza tener conto del contesto sociale del Paese".

Lo stesso Sileoni ha poi rincarato la dose in un'intervista rilasciata all'Ansa: "Messaggio a Jean Pierre Mustier, ceo di Unicredit: se queste indiscrezioni fossero confermate stavolta si fa a cazzotti e se serve useremo altro".

Unicredit, l'ipotesi Uilca: le uscite con quota 100 e fondo esuberi

L'indiscrezione ha mandato in allarma anche la Uilca. Il segretario generale Massimo Masi, interpellato dall'AdnKronos, ha provato a ipotizzare le modalità con cui Unicredi potrebbe attuare un piano con migliaia di esuberi: ''Gli esuberi di Unicredit, personale di cui agevolare l'uscita e non da licenziare, potrebbero essere dai 9mila e ai 12mila dipendenti nell'arco del nuovo piano quadriennale che sarà presentato a dicembre da Jean Pierre Mustier. Questi potrebbero essere i numeri ipotizzabili, secondo i nostri calcoli", 

Secondo l'ipotesi della Uilca, le uscite dei dipendenti tra il 2020 e il 2024 potrebbero avvenire usufruendo di Quota 100 e del Fondo Esuberi, "ma solo se queste misure venissero rifinanziate", precisa Masi, dopo le indiscrezioni di stampa che hanno parlato di 10mila esuberi nel nuovo piano del gruppo. "Siamo fortemente contrari e preoccupati, soprattutto se venissero vendute anche le fabbriche prodotto", dice ancora.

Già sabato scorso, Masi aveva scritto parole dure a seguito dell'intervista di Mustier su Milano Finanza. "Le voci di un Piano Industriale 'lacrime e sangue' che quotidianamente escono dal grattacielo di Piazza Gae Aulenti non ci rassicurano, anzi siamo molto preoccupati", aveva scritto, invitando l'ad a un "confronto serio, puntuale e quanto mai necessario".

La situazione di Unicredit

Stanto agli ultimi numeri disponibili, in data  31 marzo 2019, i dipendenti Unicredit a livello di gruppo sono , con il nuovo piano che vedrebbe l'uscita del 10% dei lavoratgori. Non si tratterebbe di numeri 'nuovi' considerando che negli ultimi due anni la banca ha già ridotto il suo personale di 12mila unità. Stando al bilancio 2018, in un anno la banca ha diminuito i suoi dipendenti di 5.166 unità, passando dai 91.952 di fine 2017 agli 86.786 di fine 2018. Lo stesso si può dire dell'anno precedente: a fine 2016, la banca contava 98.304 assunti, che portano il totale delle uscite a circa 12mila negli ultimi due anni e a 14.720 da dicembre 2015. La riduzione della forza lavoro pianificata entro la fine del 2019 dal gruppo era stata proprio di 14mila unità.

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