Wartsila, sulla chiusura non ci sono passi avanti: "Licenziamenti per scelta politica"
Il resoconto dei sindacati Fiom, Fim e Uilm dopo il primo incontro con i vertici della multinazionale: "La direzione aziendale ha confermato l'intenzione di dismettere la produzione nello stabilimento di Trieste"
Un buco nell'acqua, o poco più, per il destino dei lavoratori Wartsila. Un primo incontro è avvenuto tra i rappresentanti sindacali di Fiom, Fim e Uilm e la delegazione aziendale di Wartsila guidata dal neo amministratore delegato Michele Cafagna e il coordinamento nazionale delle tre sigle dei metalmeccanici. L'azienda lo scorso luglio aveva annunciato l'intenzione di chiudere lo stabilimento di Trieste, con il conseguente licenziamento di oltre 400 dipendenti. La multinazionale non sembra intenzionata a fare passi indietro, come si evince dal resoconto dei sindacati: "Un primo incontro, deludente, che non ha fornito alle organizzazioni sindacali e alla Rsu informazioni di dettaglio sull'andamento economico e produttivo del gruppo e dei singoli siti, sulle prospettive occupazionali, sugli investimenti".
L’incontro, riferiscono, è stato convocato dall’azienda per ottemperare al pronunciamento del Giudice del Lavoro del Tribunale di Trieste dello scorso 23 settembre il quale, nel dichiarare l’azienda rea di condotta antisindacale, la condannava anche ad adempiere agli obblighi di informazione previsti dall’art 9 del Ccnl industria metalmeccanica e dagli accordi integrativi aziendali del 2016 e del 2018.
Wartsila, nessun passo indietro sulla chiusura
"La direzione aziendale - hanno spiegato le sigle - ha ripercorso lo sviluppo industriale degli ultimi 20 anni della produzione dei motori, evidenziando che il mercato di riferimento di Wartsila continuerà ad alimentare una domanda di motori per un lungo tempo, anche con caratteristiche diverse: più piccoli, più efficienti, più potenti e più flessibili nel poter essere alimentati da diverse tipologie di combustibile. A precisa domanda la direzione aziendale ha confermato che in questi anni nello stabilimento triestino la produzione dei motori è stata di alta qualità riconosciuta dai clienti. In particolare l'azienda sull’ultimo periodo produttivo si è limitata a genericamente descrivere: una insaturazione della capacità produttiva installata negli stabilimenti della corporate conseguente alla riduzione dei volumi nel mercato della motoristica per effetto della pandemia e della guerra in corso tra Ucraina e Russia; i contenuti degli accordi intragruppo tra Wartsila Italia e Wartsila Finland relativi al "Contract Manufacturing Services", segnatamente l'assenza di clienti propri di Wartsila Italia, nei fatti esecutrice di attività e commesse ordinate alla stessa da Wartsila Finland".
"Sulla base di tali, generiche, informazioni la Direzione aziendale ha confermato l'intenzione - sottolineano i sindacati - di dismettere la produzione dello stabilimento di Trieste, anticipando una disponibilità, condizionata alla consegna dei motori, a pianificare transitoriamente nuove commesse di produzione (motori). Il Coordinamento Fim, Fiom, Uilm nel respingere qualsiasi ipotesi di dismissione della produzione di motori, ha sfidato l'azienda rivendicando la continuità produttiva del sito triestino e l'immissione immediata in produzione di nuove commesse di lavoro, dichiarandosi disponibile a proseguire il confronto sul futuro industriale, produttivo e occupazionale del gruppo anche per approfondire l'informativa prevista dal Ccnl e dall’integrativo".
"Licenziamenti immotivati, frutto di una scelta politica"
Come ribadito dai rappresentanti di Fiom, Fim e Uilm, i licenziamenti imposti dall'azienda non sarebbero motivati dalla situazione economica: "L’incontro durato 4 ore è stato sospeso e rimandato a data da concordare. Dopo l’incontro si rafforza il nostro convincimento che la scelta che ha portato all’apertura della procedura di licenziamento dello scorso 14 luglio è totalmente immotivata e pare essere una scelta “politica” della Corporation. L’alta qualità produttiva, confermata dalla stessa direzione aziendale, e la possibilità nell’aumentare la produzione dei motori nel sito triestino permetterebbero a Wartsila di mantenere la redditività. La vertenza quindi continua, per difendere la produzione, l'occupazione, il know how di operai, tecnici e impiegati nei siti di Trieste, Napoli e Genova. Il coinvolgimento delle Istituzioni permane. Nei prossimi giorni solleciteremo l’incontro al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e successivamente al Ministero dello Sviluppo Economico (di nuova denominazione Ministero delle Imprese e del Made in Italy)".