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Sabato, 20 Aprile 2024
Manutenzione dispendiosa

Il problema dei tre yacht sequestrati agli oligarchi russi: "Spese eccessive"

I porti di Imperia, Sanremo e Trieste ospitano le imponenti imbarcazioni congelate dopo l'inizio del conflitto in Ucraina. Beni che devono essere mantenuti "immacolati" a spese dello Stato, l'Agenzia del Demanio: "Siamo preoccupati, la norma non era stata pensata per una situazione del genere"

L'invasione russa in Ucraina ha scatenato conseguenze, sociali ed economiche, di diverso genere, generando problematiche nuove non soltanto per i Paesi coinvolti nel conflitto, ma anche per tutti gli altri. È il caso dei beni sequestrati agli oligarchi russi in Italia, proprietà per milioni di euro che devono essere mantenute integre ed in perfetta condizione, come le aveva lasciate il proprietario. Nel patrimonio posto sotto sequestro figurano anche tre yacht, tre imponenti imbarcazioni "congelate" in Italia, le cui spese di manutenzione stanno diventando una grossa grana per le casse dello Stato. Nel porto di Imperia c'è la "Lady M", di proprietà dell'oligarca Andrei Mordashov, a Sanremo è ormeggiata la "Lena" di Gennady Timchenko, mentre il porto di Trieste ospita l'imbarcazione denominata "Sy A" (Sailing Yacht A) del miliardario russo Andrey Melnichenko, la barca a vela più grande al mondo e, proprio per questo, una delle navi che necessita di una manutenzione più frequente e dispendiosa. 

Un problema che diventa sempre più imponente, crescendo giorno dopo giorno come i fondi necessari per tenere immacolate queste barche, una questione che ha generato preoccupazione nell'Agenzia del Demanio, che si occupa di custodire, amministrare e gestire le risorse congelate: "Il decreto legislativo, seppure faccia riferimento a presupposti di applicabilità molto ampi, di certo non poteva prevedere eventi di straordinaria drammaticità quali quelli che oggi si è chiamati a fronteggiare. Siamo ovviamente preoccupati, anzi molto preoccupati, data la straordinarietà della situazione, l'entità dei beni sottoposti a congelamento, la natura dei beni che per quanto riguarda le imbarcazioni/navi non rientrano nelle ordinarie competenze dell'Agenzia, la norma che non è stata pensata per disciplinare una situazione similare. Stiamo cercando di fare del nostro meglio".

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(Lady M, lo yacht dell'oligarca Andrei Mordashov - Foto Ansa)

Un'impresa tutt'altro che facile, anche perché tutti e tre gli yacht si trovano in acqua, non possono essere messi sulla terra ferma e non possono muoversi in mare in quanto sprovvisti del registro di navigazione. "L'equipaggio è rimasto presente a bordo quasi al completo dal momento della comunicazione del provvedimento di congelamento - fanno sapere dall'Agenzia - A questo punto l'amministratore/custode dovrà presentare la proposta di piano di spese, anche riguardo al personale, che sarà valutato alla luce dell'interpretazione normativa".  Nel frattempo però l'Agenzia del Demanio, che ancora non ha imbarcato nuovo personale sui mega yacht, ha già dovuto affrontare le prime spese per l'originario equipaggio di bordo corrispondendo "il primo importo per il personale dell'imbarcazione denominata 'SY A', poiché è rimasto presente a bordo quasi al completo dal momento della comunicazione del provvedimento. L'amministratore sta provvedendo per i mesi successivi col personale a bordo".

Il timore dell'Agenzia del Demanio è che le spese possano lievitare con il passare del tempo: "Ciascun amministratore/custode presenta la proposta di piano di spese aggiornata, man mano che si evolvono le esigenze. Attualmente per il mantenimento degli yacht è stato speso molto poco, per ora siamo nella fase di valutazione dei piani spese che devono essere presentati dagli amministratori. Al momento della presa in consegna di un bene, viene effettuata una ricognizione sullo stato e sul contenuto del bene stesso, salvo specifiche situazioni. Il congelamento di norma esige che il bene venga conservato nello stato in cui viene dato in custodia, si tratta degli obblighi del 'custode'"

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(Lena, lo yacht di Gennady Timchenko - Foto Ansa)

"È una situazione del tutto peculiare - conclude l'Agenzia- Come dobbiamo agire lo stiamo discutendo con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ivi compresa la valutazione di adeguamenti di legge ritenuti necessari. Tra l'altro la disciplina di legge prevede un organismo apposito, il Comitato di Sicurezza Finanziaria, per le decisioni importanti sul bene e in questo caso, visto il valore del bene, le decisioni sono praticamente tutte importanti".

Il Comitato di sicurezza finanziaria, incardinato presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, è infatti l'Autorità italiana competente per l'attuazione delle attività connesse al contrasto al terrorismo internazionale, al riciclaggio, al finanziamento della proliferazione delle armi di distruzioni di massa e all'attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale. L'Agenzia del Demanio, con le sue Direzioni Territoriali interessate, sta operando quindi per tutti i beni affidati in gestione con i provvedimenti del Comitato di Sicurezza Finanziaria, facendo riferimento per i profili di sicurezza alle Prefetture e agli organi di polizia competenti. La norma di legge in materia di congelamento di beni è il D.Lgs. 109 del 2007, come modificato dal D.Lgs. 90/2017, i provvedimenti di congelamento delle risorse economiche che fanno capo ai nominativi inseriti nell'allegato I al Regolamento (Ue) n. 269/2014 che riguarda le misure restrittive relative ad azioni che minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, sono stati disposti dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (Csf).

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