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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Perché il Belgio ha deciso di togliere il sesso dalla carta d'identità

Il Paese, che ha una vicepremier trans e in cui è legale non solo il matrimonio ma anche l'adozione per le coppie dello stesso sesso, si conferma all'avanguardia nei diritti della comunità Lgbt+

Nelle carte di identità emesse in Belgio non ci sarà più il riferimento al sesso. Il governo federale del premier Alexander de Croo ha tra i suoi impegni quello della lotta alle "disuguaglianze di genere" e ha chiesto ai suoi ministri di preparare un progetto di legge che punta a eliminare dai documenti la definizione di "categorie binarie uomo e donna", considerate incostituzionali in Belgio.

La sentenza della Corte

La necessità di questo intervento deriva da una sentenza della Corte costituzionale del 2019 che ha in parte annullato alcune disposizioni della legge transgender del giugno 2017, ritenute irragionevolmente restrittive e quindi discriminatorie. Quella normativa ha permesso alle persone trans di cambiare il proprio sesso sui documenti, senza dover dimostrare di aver subito tutta una serie di interventi medici e ormonali come prima veniva richiesto. Un maschio adesso in Belgio può diventare donna semplicemente affermando di sentirsi tale, e viceversa. Per farlo basta una dichiarazione all'ufficio dello stato civile del Comune in cui si chiede la modifica del sesso, operazione che si può fare però una sola volta nella vita (ogni richiedente ha un periodo massimo di sei mesi per un eventuale ripensamento). Secondo i giudici costituzionali anche questa norma, pensata per essere inclusiva, è ancora comunque discriminatoria verso le persone “non binarie”, coloro che non si riconoscono in nessuno dei due generi, almeno per quanto riguarda il fatto che poi il sesso deve essere dichiarato anche sui documenti di riconoscimento.

No al genere X

Per questo inizialmente si era pensato di inserire un terzo genere, quello X, cosa che viene già fatta in diversi Paesi come India, Nepal, Argentina, Australia, Canada, e da poco anche negli Stati Uniti dopo una riforma voluta dal presidente Joe Biden. Ma Bruxelles ha scartato questa soluzione, volendosi spingere ancora oltre. "Si tratta di una soluzione che non era proprio auspicabile perché assegna ancora le persone a una categoria", ha spiegato a La Libre Pascale Vielle, docente di diritto all'Università cattolica di Louvain. "C'era davvero un'opinione unanime di associazioni e persone preoccupate del fatto che questo terzo genere potesse diventare una nuova stigmatizzazione", ha detto al giornale Tom Devroye, dell'associazione Arc-en-Ciel.

Via il sesso

Quindi il governo ha pensato di eliminare del tutto la menzione del genere, che nel Paese sulle carte d'identità è presente dal 2003, cosa che ha fatto anche l'Olanda con una legge che entrerà in vigore nel 2024. Del dossier si stanno occupando i ministri della Giustizia, Vincent Van Quickenborne (Open Vld) e degli Affari interni, Annelies Verlinden (CD&V), nonché la Segretaria di Stato per le Pari Opportunità, Sarah Schlitz, che deve prendere in considerazione eventuali conseguenze tecniche di questa eliminazione ad esempio per i viaggi, quando cioè il documento dovrà essere esaminato anche da autorità di altri Paesi. Il sesso però non sparirà dai registri nazionali, solo non sarà più visibile sulla carta di identità per il rispetto della privacy della persona.

Diritti Lbgt+

Quando si tratta di diritti della comunità Lgbt+ il Belgio è uno dei Paesi più liberali dell'Unione. Qui le coppie omosessuali possono sposarsi e anche adottare dei bambini. Nel 2011 la nazione è diventata la prima nella storia moderna ad essere guidata da un uomo apertamente gay, Elio Di Rupo, e nel suo attuale esecutivo c'è anche una ministra transgender, Petra De Sutter, la prima in Europa a ricoprire la carica di vicepremier.

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