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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso / Francia

La birra al centro della guerra tra Francia e Russia in Africa

Il gruppo Wagner è sempre più influente nella Repubblica centrafricana, dopo la partenza delle truppe di Parigi. Nel mirino la storica azienda fondata in epoca coloniale e controllata dalla transalpina Castel

Una birra è finita al centro del braccio di ferro tra Francia e Russia in Africa. Si chiama Mocaf e viene prodotta dall'omonima azienda nella Repubblica centrafricana da 70 anni. Un orgoglio per l'industria locale, ma anche per la storia coloniale di Parigi, dato che l'azienda fa parte del gigante francese degli alcolici Castel. Proprio per questa ragione, l'attentato incendiario che nella notte tra il 5 e il 6 marzo ha colpito il birrificio di Bangui, capitale del Paese, è stato subito accostato dai media transalpini ai membri di Wagner, il gruppo di mercenari russi impegnato non solo nella guerra in Ucraina, ma anche nell'allargamento della sfera di influenza di Mosca in Africa. 

I sospetti sono stati confermati dalle telecamere di sorveglianza, che hanno filmato quattro uomini con abiti simili a quelli dei mercenari di Wagner, mentre lanciavano molotov contro le cataste di birra della Mocaf. Per alcuni, è stata la risposta al pacco bomba che tre mesi fa ha ferito, sempre nella capitale, il "consigliere culturale" russo Dmitri Syty, "uno dei pilastri del sistema Wagner nella Repubblica centrafricana" secondo il collettivo investigativo internazionale All Eyes on Wagner. Per Evgenij Prigozin, leader di Wagner, ribattezzato lo "chef di Putin" per le sue aziende attive nel settore della ristorazione e cresciute grazie ai rapporti stretti con il Cremlino, il tentato omicidio di Syty porta la firma di Parigi. Che chiaramente nega.

Nella Repubblica centrafricana, la presenza di Wagner è sempre più capillare, tanto più dopo che Parigi, il 15 dicembre scorso, ha deciso di ritirare le sue truppe dal Paese dopo 62 anni: la Francia aveva concesso l'indipendenza al Paese, ma lasciò l'esercito a controllare la transizione. E con esso, tutta una serie di attività imprenditoriali che sono giunte fino ai giorni nostri. Tra cui, per l'appunto, la Mocaf, una delle aziende con il maggior numero di lavoratori nel Paese. Ecco perché adesso i mercenari russi starebbero prendendo di mira il birrificio. 

Wagner sa che la Mocaf è un bersaglio ideale per rafforzare la sua presenza e alimentare i malumori della popolazione contro i francesi. Il gruppo Castel che la controlla, scrive l'Afp, è oggetto di un'istruttoria da parte della giustizia antiterrorismo francese per "concorrenza in crimini di guerra": il colosso avrebbe stretto un "accordo finanziario" con i ribelli che da 10 anni si oppongono al potere incontrastato di Faustin Archange Touadéra, prima premier e dal 2016 presidente della Repubblica centraficana. "Castel è la morte", "Se compri Castel, paghi il tuo omicidio", si leggeva sui cartelli di una ventina di manifestanti davanti al birrificio di Tangui a metà gennaio. "Castel = Terrorista", proclamavano altri manifesti.

Touadéra, che per anni è stato sostenuto dalla Francia, adesso è accusato da Parigi di aver stretto un patto con Wagner: il presidente avrebbe barattato, in cambio dell'appoggio militare russo contro i ribelli, una serie di ricchezze del suo Paese, oro e diamanti in particolare, e avrebbe aperto la porta a tutta una galassia di compagnie legate agli uomini di Prigozin. Tra questi c'è Syty, il "consigliere culturale" russo colpito tre mesi fa da un pacco bomba. L'attentato è arrivato in contemporanea con il lancio del Paese all'inizio di gennaio di una nuova birra, l'Africa Ti L'Or, che "ha invaso i bar della capitale", scrive l'Afp. La birra, sempre secondo l'agenzia stampa francese, sarebbe commercializzata dalla Prima società industriale, società dietro cui si celerebbe proprio Syty. "Non è raro vedere i paramilitari russi consegnare casse" di questa birra a Bangui, sottolinea l'Afp. "I russi cercano di estromettere tutte le compagnie straniere dalla Repubblica centrafricana in una strategia di predazione economica", aggiunge un diplomatico europeo.

Le cose, però, potrebbero cambiare presto: a inizio marzo il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato Touadéra. "I russi sono preoccupati per un possibile riavvicinamento di Touadéra con l'Occidente e stanno facendo di tutto per impedire una riconciliazione", sostiene Roland Marchal, ricercatore di Sciences Po Paris specializzato in questioni africane. Il braccio di ferro a distanza tra Parigi e Mosca non è una novità per la Repubblica centrafricana, e va avanti almeno dal 2018 a colpi di disinformazione, da entrambi i fronti. Adesso, anche a colpi di birra. 

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