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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Il cibo dell'ospedale fa male: "Pazienti malnutriti e con carenza di ferro"

Scandalo in Belgio sui pasti per i malati. Un'inchiesta mette sotto accusa gli appalti a società esterne

Riduzione dell’appetito, perdita di peso, spossatezza e livelli di ferro inferiori alla media: secondo un’inchiesta sarebbero queste le conseguenze del consumo di pasti negli ospedali del Belgio, che sono ora accusati di negligenza nutrizionale. Lo ha rivelato un'inchiesta giornalistica della rete televisiva fiamminga Hln

L'inchiesta, durata due settimane, si è basata su una sorta di esperimento sul campo: ad alcuni pazienti sono stati somministrati dei pasti ospedalieri, mentre ad altri, in egual numero, dei cibi preparati sul momento. Alla fine del periodo di prova sono stati fatti una serie di esami medici per valutare il livello di salute nei pazienti dei due gruppi. Coloro che avevano mangiato il cibo ospedaliero hanno perso mediamente un chilo e mezzo (nella maggior parte dei casi era una perdita di massa muscolare, a volte accompagnata da un aumento del grasso corporeo) e avevano riscontrato una forte riduzione dell’appetito e una sensazione di spossatezza. Inoltre, dalle analisi del sangue è risultato che i livelli di ferro dei partecipanti erano calati drasticamente, tanto che, se avessero continuato a mangiare quel cibo per sei settimane, avrebbero rischiato di diventare anemici, secondo gli esperti sentiti da Hln.

“È scioccante”, ha detto Bart Geurden, professore associato dell’Università di Anversa e esperto di malnutrizione, che punta il dito contro una sorta di oligopolio negli ospedali del Paese: “La maggior parte, per risparmiare, ha esternalizzato il proprio catering a una cerchia ristretta di società esterne”, dice Geurden. Secondo, Pieter De Smet responsabile della ristorazione della catena di ospedali Az Zeno, che ha strutture nelle città belghe di Knokke-Heist, Blankenberge e Maldegem, le cose possono essere fatte diversamente gestendo autonomamente il servizio ristorazione, ossia senza appaltarlo all'esterno. De Smet ha detto di fornire ai pazienti pasti freschi e sani, utilizzando lo stesso budget delle altre cliniche. “Non gettiamo nulla nel cestino”, ha spiegato alle telecamere di Hln, “anche le foglie dei nostri finocchi non vanno sprecate: con esse facciamo il pesto. Lo mescoliamo con il riso, per esempio, che aggiunge energia extra e antiossidanti, mentre il riso diventa appiccicoso e quindi più facile da mangiare per un paziente in geriatria con tremori”.

Già lo scorso maggio uno studio dall’Università di Leuven in collaborazione con cinque ospedali belgi aveva rilevato che un paziente su cinque soffriva di malnutrizione e aveva evidenziato l'importanza del monitoraggio alimentare all’interno delle strutture ospedaliere. I ricercatori, allarmati per la poca accortezza che vi era nei confronti della dieta del paziente, avevano chiesto che gli ospedali prestassero maggiore attenzione a questo aspetto.

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