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Venerdì, 19 Aprile 2024
Guerra in Ucraina

Il massacro di Bucha fermerà il gas russo?

Oltre 200 eurodeputati chiedono lo stop alle importazioni energetiche, l’esclusione di tutte le banche russe dal sistema Swift e l’invio di più armi a Kiev. Ma diversi governi nazionali frenano

Dipendenza zero dal Cremlino e slegare l'Europa dalla fornitura di energia russa. Queste sono le richieste arrivate da Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, dopo i massacri di Bucha e Irpin’. La lunga striscia di morti, molti dei quali con le mani legate, che i soldati russi si sono lasciati alle spalle nelle due cittadine in provincia di Kiev ha portato a una nuova ondata di indignazione nell’Unione europea, le cui istituzioni stanno già pensando a un nuovo pacchetto di sanzioni, il quinto dall’inizio della guerra. 

"C'è bisogno di approvare nuove sanzioni per mettere nel mirino coloro che finanziano e sostengono Putin”, ha detto Metsola dopo il suo viaggio in Ucraina. “Dobbiamo accelerare la nostra strategia per fare di questa invasione l'errore più costoso che il Cremlino abbiamo mai fatto” e “l'Europa deve affrettarsi verso una politica 'dipendenza zero' dal Cremlino, slegando l'Europa dalla fornitura di energia russa, applicando un embargo vincolante e bloccando il finanziamento indiretto delle bombe”, ha aggiunto la presidente nel suo intervento nell’Aula di Strasburgo.

Associandosi alla richiesta della loro presidente, 207 europarlamentari hanno firmato una lettera per chiedere “un vertice d'emergenza del Consiglio europeo che approvi un embargo completo su petrolio, gas e carbone, la chiusura di tutti i porti alle navi russe, la disconnessione di tutte le banche russe dal sistema Swift e supporto militare extra” a Kiev, ha spiegato in un tweet l’europarlamentare liberale Guy Verhofstadt. Tra i firmatari della lettera compare un solo italiano, l'eurodeputato eletto in Francia nelle liste di La Republique En Marche, Sandro Gozi. 

Nonostante le forti richieste arrivate da Strasburgo - dove è in corso la sessione plenaria del Parlamento europeo - per nuove sanzioni sul settore energetico, alcuni governi si sono già detti contrari alle misure che vadano a colpire il gas e il petrolio dalla Russia, facendo venir meno in partenza la necessaria unanimità per questo tipo di provvedimenti. “L'Austria non è favorevole a imporre nuove sanzioni riguardanti il gas perché siamo molto dipendenti dal gas russo e tutte le sanzioni che colpiscono più noi della Russia non vanno bene”, ha detto il ministro austriaco della Finanze, Magnus Brunner, al suo arrivo alla riunione di oggi dell'Eurogruppo.

“Quello che è successo è orribile”, ha aggiunto il ministro riferendosi ai massacri di Bucha e Irpin’ “ma quando si parla di sanzioni bisogna restare calmi e se queste fanno più male a te che alla controparte, non è il modo giusto di procedere”. Una posizione per il momento condivisa dalla Germania e dall’Ungheria, mentre tanti altri Paesi - a partire dall’Italia - hanno ribadito pubblicamente di non avere veti sui nuovi pacchetti di sanzioni.

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