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Martedì, 16 Aprile 2024
Il piano / Ucraina

"La Nato vuole schierare 300mila soldati al confine con la Russia"

Lo scrive Politico. Il nodo sono le armi: lunedì l'incontro tra i ministri Ue degli Esteri. Sul tavola la proposta di un fondo da 2 miliardi per acquistare munizioni

La Nato starebbe pianificando di schierare 300mila soldati lungo il confine est, quello che separa i Paesi dell'alleanza dalla Russia e dalla Bielorussia. Lo scrive il quotidiano Politico, alla vigilia della riunione a Bruxelles dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, che precederà di pochi giorni il summit dei leader del blocco. Sul tavolo c'è la proposta di istituire un fondo comune di 2 miliardi per l'acquisto di munizioni da inviare in Ucraina.

La Nato, sostiene Politico, "accelererà gli sforzi per accumulare attrezzature lungo il confine orientale e designerà decine di migliaia di forze in grado di accorrere in aiuto degli alleati con breve preavviso". In primavera saranno presentati "piani di difesa regionali aggiornati", e i funzionari dell'Alleanza atlantica avrebbero "ventilato l'idea che siano necessarie fino a 300mila forze Nato". Il piano di rafforzamento della protezione del confine est potrebbe emergere in primavera e avrà un suo appuntamento chiave nell'vertice dei leader dei Paesi Nato a Vilnius in luglio.

"Penso che siano necessarie forze per contrastare più realisticamente la Russia", ha detto un alto funzionario militare della Nato, sottolineando la necessità di un numero significativamente maggiore di "truppe" e soprattutto di forze "pronte". "Il primo livello - che potrebbe essere composto da circa 100mila soldati pronti a muoversi entro 10 giorni - potrebbe provenire da Polonia, Norvegia e Stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania)", ha dichiarato a Politico Heinrich Brauss, ex assistente del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg per la politica di difesa e la pianificazione delle forze. "Potrebbe anche includere gruppi tattici multinazionali che l'Alleanza ha già istituito sul fianco orientale", ha aggiunto l'esperto. Un secondo livello di truppe supporterebbe poi questi soldati, e sarebbe pronto dispiegarsi da Paesi come la Germania in un arco di tempo compreso tra i 10 e i 30 giorni.

Più che i militari a disposizione, però, quello che preoccupa i vertici dell'Alleanza è la carenza di armi e attrezzature: dall'inizio della guerra, ha sottolineato il Sipri, gli acquisti di armi e munizioni in Europa sono quasi raddoppiati, ma nonostante questo, le forniture all'Ucraina non sono considerate sufficienti. A inizio marzo, Stoltenberg aveva suonato il campanello d'allarme: "L'attuale tasso di consumo (in Ucraina, ndr) rispetto all'attuale tasso di produzione di munizioni (in Europa, ndr) non è sostenibile". Il ministro estone Urmas Reinsalu gli aveva fatto eco: "Siamo in una situazione in cui l'Ucraina usa tutti i giorni munizioni pari alla produzione europea mensile. In base alla capacità industriale attuale possiamo soddisfare la necessità dell'Ucraina in sei anni. Ed è inaccettabile", aveva detto. 

Perché l'Europa non riesce a produrre armi a sufficienza per l'Ucraina

Per accelerare la produzione, sostenere i costi d'acquisto e rassicurare i Paesi che temono di ritrovarsi senza scorte per un eccesso di 'generosità' verso Kiev, l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell ha proposto un fondo comune da 2 miliardi, di cui la metà dovrebbe andare a rimborsare l'invio di munizioni in Ucraina da parte dei singoli Stati, mentre la restante quota dovrebbe servire a procedere con acquisti congiunti sul modello di quanto fatto con i vaccini durante la pandemia di Covid-19. Istituite un centro d'appalto unico a Bruxelles si è reso necessario dopo l'impennata di prezzi che si è registrata sul mercato europeo della armi per via dell'eccesso improvviso di domanda: centralizzando gli acquisti, l'Ue spera di ridurre i costi per le casse pubbliche del blocco. 

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