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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'innovazione / Paesi Bassi

La Nato ora punta sulle startup tecnologiche: 1 miliardo per il fondo per l'innovazione

Dall'intelligenza artificiale alle biotecnologie: la nuova struttura avrà sede ad Amsterdam. A guidare il cda sarà l'ex ministro italiano Cingolani

Non solo carri armati, aerei e munizioni: la Nato punta dritto sull'innovazione ed è pronta a investire circa 1 miliardo di euro per finanziare start-up tecnologiche, dall'intelligenza artificiale alle biotecnologie. Tecnologie dual use, ossia che varranno per fini sia militari, sia civili.  

Il nuovo fondo si chiama Nato innovation fund (Nif), e avrà sede ad Amsterdam. Il suo consiglio di amministrazione sarà guidato dall'ex ministro italiano per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che nel curriculum può vantare l'esperienza con Leonardo, uno dei big mondiali del settore delle armi. Il fondo, lanciato dai membri dell'Alleanza durante il vertice di Madrid di questa estate, consentirà all’organizzazione militare di attingere dal settore dell’innovazione a vantaggio della difesa dei suoi confini. "Questo progetto è unico al mondo per le sue caratteristiche", aveva dichiarato Jens Stoltenberg, segretario generale Nato, subito dopo il summit. "È l'unico esempio nascente di fondo di rischio multi-sovrano, con un portafoglio che arriverà a investire un miliardo di dollari in start-up nel giro di 15 anni", ha aggiunto. Per Stoltenberg, la sicurezza transatlantica passa necessariamente per il mantenimento del primato tecnologico: "Oggi, nazioni che non condividono i nostri valori, come Russia e Cina, stanno sfidando il nostro vantaggio" tecnologico, aveva rimarcato il segretario generale prima della firma dell’accordo. "Questo fondo contribuirà in modo decisivo a far nascere quelle tecnologie che permetteranno il rafforzamento dell’alleanza e la protezione del nostro miliardo di cittadini", aveva poi concluso.

Dal vertice del giugno scorso sono stati compiuti diversi passi avanti: recenti sono le nomine delle prime cariche del nuovo istituto, tra cui Cingolani, nominato direttore del consiglio di amministrazione del fondo. Per Cingolani questo progetto "stimolerà l’esplorazione di nuove frontiere tecnologiche" e permetterà alle società occidentali di progredire nel loro sviluppo, oltre che nella loro difesa. Il Nif andrà a braccetto con Diana (Defence innovation accelerator for the North Atlantic), un programma di reclutamento delle migliori aziende I-Tech operanti nel campo della robotica, delle biotecnologie, della cybersicurezza e delle tecnologie spaziali, con la finalità di accelerare la nascita e lo sviluppo di start-up di ultima generazione. La gran parte dei fondi di cui disporrà il Nif andranno a beneficio delle aziende identificate da Diana e ritenute più promettenti dai membri Nato.

I maggiori investimenti interesseranno le tecnologie emergenti e dirompenti (Edt), tra cui Big data, intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche ed ipersoniche, con applicazioni militari e civili. "Abbiamo bisogno della collaborazione tra Diana ed il Nif per far crescere le piccole imprese tecnologiche che condividono la nostra mentalità", aveva dichiarato lo scorso novembre Cecilia Bonefeld-Dahl, direttrice dell’associazione di categoria Digitaleurope, che conta tra gli iscritti colossi come Apple, Meta, Google ed Amazon. Come riportato da Wired, per l’alleanza atlantica conta arginare l’azione dei fondi cinesi nelle start-up europee più promettenti, un’influenza che negli ultimi anni ha contato più di 90 operazioni sul territorio del Vecchio continente.

L’orizzonte temporale per l’effettivo avvio dei lavori da parte del Nif è il vertice di Vilnius, previsto per questa estate, stesso lasso temporale richiesto per l'avvio dell'attività pilota di Diana, che entrerà in piena funzione solo a partire dal 2025. Al governo italiano la partecipazione al progetto costerà otto milioni nel corso di quest’anno, mentre i Paesi Bassi, freschi dell’assegnazione della sede generale, hanno già avviato un programma nazionale di investimenti nei settori dell’alta tecnologia. "Stiamo lavorando con gli alleati Nato per difenderci da nuove minacce", ha dichiarato Kajsa Ollongren, ministro della Difesa olandese, "questo è il motivo per cui il nostro Paese ha deciso di aumentare urgentemente i fondi per la ricerca e l’innovazione". Secondo la ministra degli Affari economici e della politica climatica, Micky Adriaansens, questo progetto apre nuovi scenari per lavorare su soluzioni per il futuro, parole a cui fanno eco quelle di Maurice van Tilburg, amministratore delegato di Techleap.nl, ong che opera nel campo delle start-up olandese, per cui l’I-Tech è essenziale per le transizioni sociali e per "l’autonomia dell’Europa".     

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