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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Polonia, 9 su 10 vogliono restare nell'Unione europea: a Varsavia 173 miliardi da Bruxelles in 7 anni

Decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza contro il rischio di una Polexit dopo la sentenza della Corte suprema. Ma solo il 3% fa il tifo per abbandonare il blocco

Da Varsavia a Cracovia, da Danzica a Katowice: sono state circa 160 le manifestazioni che si sono tenute domenica 10 ottobre in tutti gli angoli della Polonia per protestare contro la sentenza della Corte suprema che, affermando il primato della legge nazionale su quella comunitaria, ha di fatto aperto all'uscita del Paese dall'Unione europea. Solo nella Capitale, secondo gli organizzatori, sono stati tra gli 80 e i 100mila i partecipanti alla manifestazione indetta dall'opposizione di Piattaforma civica. Tra questi, anche il nipote del premier Mateusz Morawiecki, il quale, secondo quanto riferiscono i media locali, è stato arrestato con la forza dalla polizia. 

Ma messe da parte le inevitabili tensioni tra alcuni manifestanti e le forze dell'ordine, la grande mobilitazione pacifica nel Paese ha dimostrato che, al di là del braccio di ferro politico e legale tra il governo guidato dal partito di destra PiS e Bruxelles, la Polonia è fortemente europeista. Secondo un recente sondaggio, l'88 per cento dei polacchi è contrario a una eventuale uscita dall'Ue. Un dato che corrisponde a un recente sondaggio Eurobarometro, secondo cui appena il 3 per cento degli intervistati si è detto contrario alla permanenza della Polonia nel blocco, una delle percentuali più basse tra i 27 Paesi membri (quella in Italia, per esempio, è il doppio).

Statistic: Poland's contributions to and receipts from the European Union budget from 2004 to 2020 (in billion euros) | Statista
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Del resto, l'adesione all'Ue per la Polonia è coincisa con una crescita record dell'economia del Paese, e i lauti finanziamenti europei non possono essere certo considerati marginali in questo boom. Se nel 2004, anno dell'ingresso nell'Ue, il Pil polacco ammontava a 220 miliardi di euro, oggi il prodotto interno lordo supera i 513 miliardi. Nello stesso arco di tempo, la Polonia ha ricevuto da Bruxelles fondi pari 132 miliardi, tra quelli che ha ricevuto e quelli versati, risultando di gran lunga il più grande beneficiario netto del bilancio europeo. Nel 2020, l'incasso di fondi Ue valeva il 2,5% del Pil. 

Ecco perché non stupisce che lo stesso governo di Varsavia continui a sostenere di essere d'accordo con il coro zostajemy ("noi restiamo") intonato dai manifestanti ai cortei di domenica. Tanto più che da qui al 2027, la Polonia dovrebbe ricevere oltre 173 miliardi tra bilancio Ue e Recovery fund, più o meno il 10% dell'intera spesa di Bruxelles per il rilancio dell'Europa. E questo in un Paese che continua ad avere tassi di crescita del Pil che hanno pochi eguali nell'Ue. Il PiS questo lo sa, ma sa anche che la transizione ecologica rischia di mettere a nudo i limiti di un'industria che dipende ancora da produzioni inquinanti e da fonti energetiche fossili. Nel 2019, il carbone e la lignite garantivano l'80% dell'elettricità consumata in Polonia.   

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