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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La rivincita di AstraZeneca: dalla causa con l'Ue a volto umano di Big Pharma

Mentre Pfizer e Moderna hanno fatto pagare agli Stati fino a 24 volte i costi di produzione, l’azienda anglosvedese ha scelto di non fare profitti sul vaccino anti-Covid

Il brand farmaceutico AstraZeneca è stato associato per mesi ai ritardi nelle consegne e ai contrasti con l’Unione europea, poi degenerati in una causa ancora in corso di fronte ai giudici belgi. Anche alcune notizie su isolati episodi di effetti collaterali nella prima fase di somministrazione hanno contribuito ad accrescerne la cattiva fama tra i cittadini dell’Ue, che hanno preferito in massa le dosi del concorrente Pfizer/BioNTech. Ma oggi AstraZeneca si è presa una bella rivincita, mostrando il volto umano di una grande azienda farmaceutica che ha fatto una scelta rispettata da tutti: quella di non guadagnare sul suo vaccino. 

La decisione dell’azienda anglosvedese di vendere le sue fiale al costo di produzione è nota da mesi, ma è tornata di attualità con la pubblicazione del rapporto di Oxfam sulle tariffe applicate dagli altri Big Pharma. Il dossier ha rivelato come nel 2021 solo Pfizer/BioNTech e Moderna arriveranno a far sborsare agli Stati fino a 41 miliardi di dollari in più rispetto al costo di produzione stimato dei vaccini a tecnologia mRNA. Un margine di profitto immenso e ottenuto anche grazie ai contributi pubblici: per lo sviluppo dei vaccini, le stesse aziende hanno ricevuto oltre 8,25 miliardi di finanziamenti pubblici. 

Come i profitti dei vaccini finiscono nei paradisi fiscali

Le due aziende, nonostante il rapido aumento dei decessi nei Paesi in via di sviluppo, hanno inoltre venduto oltre il 90% dei loro vaccini agli Stati più ricchi, facendo pagare a tutti i Governi del mondo dalle 4 alle 24 volte il potenziale costo di produzione per ogni dose (il cui importo non è esattamente quantificabile perché non viene dichiarato dalle aziende produttrici).

Dal canto suo, AstraZeneca ha invece incassato dai vaccini anti-Covid la ‘modica’ cifra di 1,1 miliardi di euro solo nella prima metà del 2021, circa un settimo rispetto a quanto arrivato nelle casse di Pfizer dalle dosi anti-coronavirus. I ricavi dell’azienda anglosvedese che ha sviluppato uno dei primi vaccini immessi nel mercato Ue potrebbero salire con il via libera alle dosi da parte delle autorità sanitarie degli Stati Uniti. Un’autorizzazione che potrebbe anche segnare un cambio di marcia nella strategia dell’azienda. 

La scelta di AstraZeneca di vendere le fiale senza accumulare profitti “non durerà per sempre”, ha spiegato l’amministratore delegato Pascal Soriot. “Prima o poi - ha aggiunto - i profitti sul vaccino dovranno esserci anche se non intendiamo fare grandi guadagni su questo prodotto”. Quel che è sicuro, ha concluso, “è che continueremo a praticare prezzi diversi a seconda delle condizioni economiche dei Paesi a cui vendiamo le fiale”.

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