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Giovedì, 25 Aprile 2024
Difesa e tecnologia

I rischi dell'emergenza rifiuti nello spazio: per la sua sicurezza l'Ue dipende dagli Usa

Nell'orbita spaziale non ci sono regole né istituzioni capaci di obbligare i governi a rimuovere i satelliti dismessi o a ritirare detriti. Ma Bruxelles potrebbe invertire la rotta

Distruggere un proprio satellite in orbita con un missile per mostrare al mondo intero la propria capacità militare. Quanto fatto dalla Russia a metà novembre dello scorso anno non era altro che un avvertimento da parte del Cremlino per far capire all’Occidente che lo scontro sul destino dell’Ucraina - allora solo diplomatico - sarebbe presto degenerato in una guerra. L’episodio ha dato prova dell’importanza geopolitica e strategica dello spazio, ma è stato anche un campanello d’allarme per l’Europa, che oggi deve fare affidamento sugli Stati Uniti per sapere se un detrito spaziale - magari un resto del satellite russo abbattuto - rischia di entrare in collisione con un suo satellite. 

Negli ultimi decenni lo spazio si è ‘popolato’ degli strumenti che consentono all’umanità di vivere in un contesto di perenne interconnessione grazie al continuo scambio di dati tra le più comuni tecnologie, come smartphone, tv e navigatori per auto, e i satelliti in orbita. Tuttavia, nello spazio non ci sono regole né istituzioni capaci di obbligare i governi, ad esempio, a rimuovere i satelliti non più in funzione o a ritirare i detriti lasciati in orbita. Di qui un crescente rischio di collisioni con pericoli di conseguenze per le attività umane che fanno affidamento sui dati dei satelliti. 

Criticità finora trascurate da Bruxelles, che continua a fare affidamento sugli alleati Usa per garantire la propria sicurezza, come messo in evidenza da un recente articolo pubblicato su Politico Europe, una delle testate giornalistiche più influenti della cosiddetta eurobolla. “Sebbene l'Ue disponga di alcune risorse spaziali di livello mondiale, tra cui il sistema di navigazione e posizionamento Galileo e la rete Copernicus di osservazione della Terra - si legge sul giornale online - l’Unione è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina in aree chiave della corsa allo spazio, come i lanciatori, le costellazioni di satelliti e la conoscenza del contesto spaziale, determinanti per la sicurezza e la prosperità nel ventunesimo secolo”.

L’Ue potrebbe però invertire la rotta usando il metodo già applicato sul web: dettare delle norme applicabili a chiunque voglia fare affari nel mercato unico europeo da circa 450 milioni di persone. “L'Europa potrebbe effettivamente essere una forza per una regolamentazione equa, una gestione sostenibile del traffico e il controllo degli armamenti nello spazio: deve solo guardare alla propria difesa”, conclude Politico, incoraggiando Bruxelles a investire sulla sicurezza spaziale.

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