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Venerdì, 29 Marzo 2024
La proposta

Addio alle caldaie a gas entro il 2029: la proposta sul tavolo di Bruxelles

Secondo il quotidiano Bild, la Commissione europea vuole accelerare sull'installazione di pompe di calore

La Commissione europea vuole accelerare la sostituzione delle caldaie a gas con le più ecologiche (ma al momento anche più costose) pompe di calore. Lo sostiene il quotidiano tedesco Bild, che cita una bozza della nuova direttiva Ecodesign a cui sta lavorando l'esecutivo di Bruxelles.

Al momento, la Commissione europea ha posto un target generale per la transizione dei sistemi di riscaldamento dai fossili alle fonti rinnovabili: entro il 2030, almeno 10 milioni di pompe di calore dovranno essere installate nell'Ue. Per promuovere il passaggio a queste apparecchiature, che sono alimentate con la sola elettricità e immettono nelle abitazioni il calore catturato all'esterno, Bruxelles ha dedicato un capitolo ad hoc all'interno del suo RepowerEU, la strategia per la transizione energetica lanciata all'indomani della guerra in Ucraina, e che dovrebbe venire finanziata anche con i fondi dei Pnrr. 

La proposta

Questo target è stato già considerato ambizioso da diversi esperti, i quali sottolineano gli alti costi di installazione delle pompe di calore, decisamente più alti di quelli per una caldaia a gas. Inoltre, i più critici hanno sollevato il rischio di aumentare la dipendenza tecnologica dalla Cina, che ha il più ampio numero di installazioni di pompe di calore al mondo. Bruxelles, però, vede nel passaggio a questo nuovo sistema di riscaldamento uno degli strumenti più importanti per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. Tanto più vista la crescente opposizione alla cosiddetta direttiva "Case green", non solo in Italia. 

Ecco perché la strada scelta per accelerare sulle pompe di calore potrebbe passare per un'altra direttiva, quella sull'Ecodesign, attualmente in fase di preparazione. Stando alla bozza citata da Bild (che conferma diverse indiscrezioni uscite già negli scorsi mesi), la Commissione potrebbe introdurre una norma secondo la quale, entro il 2029, tutti i sistemi di riscaldamento di nuova installazione nei Paesi Ue dovrebbero avere almeno "un rendimento (di efficienza energetica, ndr) del 115 percento". Questo livello metterebbe fuori mercato le caldaie a gas, e aprirebbe la porta alle pompe di calore. 

Il modello tedesco  

La proposta sembra ricalcare la legge varata in Germania dal ministro dell'Economia, Robert Habeck, leader dei Verdi tedeschi. Tale legge prevede che a partire dal 2024 tutti i nuovi impianti di riscaldamento installati nel Paese dovranno funzionare almeno per il 65% tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili, escludendo di fatto le caldaie alimentate da combustibili fossili puri, quali gas o gasolio. Insieme alle pompe di calore, potranno essere utilizzati i sistemi solari termici o ibridi, nonché il teleriscaldamento, gli impianti a pellet e le caldaie alimentate almeno per il 50% da idrogeno o biometano. Per le pompe di calore, il governo federale ha previsto una sovvenzione fino al 40% del costo, con la promessa di Habeck che saranno introdotte nuove agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico in caso di ristrutturazioni condominiali.

Stando ai calcoli dello stesso governo di Berlino, l'addio alle caldaie a gas costerà 9 miliardi di euro all'anno ai tedeschi nel breve termine. Ma in prospettiva, dovrebbe comportare risparmi per 11 miliardi, visti i minori consumi e il probabile aumento dei costi del gas, rendendo la transizione energetica verso le rinnovabili più conveniente per le tasche dei cittadini. Ma le rassicurazioni di Habeck non sembrano aver convinto buona parte dei suoi cittadini, come dimostra il netto calo nei sondaggi dei Verdi e la levata di scudi da parte delle forze politiche, compresi influenti esponenti della stessa maggioranza di governo. 

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