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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il percorso / Svezia

Svezia e Finlandia nella Nato, cosa succede ora (e perché non sarà così semplice)

I passaggi formali e politici per diventare membro dell'Alleanza non sono pochi, e richiedono mesi. A Stoccolma e Helsinki è stato promesso un accesso preferenziale, ma ci sono varie incognite

Svezia e Finlandia hanno annunciato la loro volontà di aderire alla Nato. La mossa, che è una risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, sta creando fibrillazione nelle cancellerie dei 30 Paesi membri. Il Segretario generale Jens Stoltenberg, ha assicurato che le due nazioni “saranno accolte a braccia aperte e il processo sarà veloce”, ma ci saranno comunque diversi passaggi tecnici e politici che dovranno essere compiuti, e il percorso non sarà semplicissimo.

Il primo passaggio sarà quello dell'invio di una richiesta formale di adesione da parte di Stoccolma e Helsinki. A quel punto sarà il Consiglio del Nord Atlantico, il principale organi di decisione in cui siedono i rappresentanti di tutti i membri della Nato, a stabilire se accettarla o meno. Per farlo il Consiglio si può riunire in tre formati: a livello di capi di Stati, di ministri della Difesa o semplicemente di ambasciatori. Molto probabilmente sarà quest'ultimo formato, il più veloce e agile, quello che sarà utilizzato, nonostante sia prevista una riunione di Vertice il 29 giugno a Madrid, in Spagna. “Non aspetteremo il Vertice di Madrid per prendere decisioni, gestiremo subito la domanda”, ci spiega un funzionario della Nato che sta seguendo il dossier. Nonostante la Turchia di Recep Tayyip Erdogan si stia mostrando restia a dare il suo assenso, necessario in quanto l'adesione di un nuovo membro richiede l'unanimità, sembra difficile al momento che Ankara possa davvero bloccare tutto sul nascere, almeno non in maniera definitiva, ma al massimo momentanea per ottenere qualcosa in cambio.

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La prima richiesta di adesione potrebbe quindi essere approvata relativamente in maniera veloce dagli ambasciatori, ma questo sarebbe comunque solo il primo passo di un processo destinato a durare mesi. A quel punto inizierebbero i colloqui di adesioni, in cui i due Paesi dovrebbero assicurare non solo di essere disposti ad accettare le regole della Nato, sia dal punto di vista degli impegni comuni che della spesa per la difesa da sostenere, ma anche di avere le capacità militari e amministrative adatte. Ma essendo due Paesi partner, e viste le circostanze eccezionali, questi colloqui potrebbero finire in tempi record.

“Questi colloqui di solito si svolgono nel corso di un giorno per un Paese partner. Quindi avremmo bisogno di una giornata per ogni Stato interessato”, sostiene il funzionario. In alcuni casi, come con l'Ungheria ad esempio, vennero mandati emissari a ispezionare il Paese e le sue capacità militari e amministrative. Ma per Stoccolma e Helsinki non sarà necessario.  “Nel caso di Finlandia e Svezia siamo abbastanza fiduciosi che soddisfino gli standard di adesione sia da un punto di vista politico che legale e da un punto di vista militare. Lavoriamo con loro ogni giorno”, sottolinea il funzionario. I Paesi hanno fatto diverse esercitazioni militari con la Nato e i loro eserciti sono già integrati. Insomma due giorni di colloqui e la pratica è risolta.

A quel punto verrà stilato un report da inviare al Consiglio, con le valutazioni sull'affidabilità o meno dei due futuri membri, i quali nel frattempo avranno formalizzato una seconda volta la richiesta con una lettera del ministro degli Esteri. Sarà allora che il Consiglio si riunirà di nuovo per prendere una seconda e definitiva decisione, probabilmente sempre nel formato con gli ambasciatori. “Non posso dire esattamente quanto velocemente tutto questo processo potrebbe durare. Ma posso assicurare che tutto avverrà molto rapidamente”, assicura il funzionario.

Ma neanche il secondo 'ok' del Consiglio conclude il processo, in quanto deve poi essere approvato dalle istituzioni dei 30 Paesi Nato. Svezia e Finlandia diventerebbero però Membri invitati e, a questo titolo, potrebbero anche partecipare al Vertice di Madrid, prendendo parte a tutte le discussioni, anche se non avrebbero ancora il diritto di voto. Le approvazioni nazionali sono la parte più complicata, e quella che richiederà più tempo. Ogni Paese ha regole diverse, anche se la stragrande maggioranza richiede un passaggio parlamentare, come ad esempio l'Italia, negli Stati Uniti serve l'appoggio dei due terzi del Senato, mentre nel Regno Unito basta l'ok del governo.

Lì inizieranno le vere insidie, che sono collegate anche alla situazione politica del Paese, all'opinione pubblica, a eventuali elezioni. Fino ad ora ci sono voluto quasi sempre dagli otto ai 12 mesi. Una dura opposizione in Aula di una parte dei deputati che non vogliono provocare ulteriormente l'orso russo, potrebbe mettere in stallo la richiesta o addirittura rigettarla, Erdogan non è il solo ad aver espresso perplessità, anche l'Ungheria di Viktor Orban non gioisce affatto per questa mossa. Ma al momento l'atmosfera che si respira è di un certo consenso verso questo ulteriore allargamento, e Finlandia e Svezia potrebbero stabilire un nuovo primato di velocità di adesione all'Alleanza.

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