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Giovedì, 28 Marzo 2024
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WhatsApp nel mirino dell'Ue: "Chiarisca le modifiche sulla privacy degli utenti"

Dopo una denuncia dell'organizzazione europea dei consumatori: "Preoccupati da scambi dati con terze parti e Facebook/Meta"

La Commissione europea e la rete delle autorità nazionali per i consumatori (Cpc) hanno inviato una lettera a WhatsApp, chiedendo all'azienda di chiarire le modifiche apportate nel 2021 ai suoi termini di servizio e alla politica sulla privacy e garantire la loro conformità alla legge Ue sulla protezione dei consumatori.

Il caso era stato sollevata dalla Beuc, l'organizzazione europea dei consumatori, che a luglio aveva segnalato a Bruxelles le presunte pressioni che l'applicazione di messaggistica avrebbe esercitato nei confronti dei suoi utenti al fine di accettare le nuovi condizioni d'uso e sulla privacy. Secondo la Beuc, tali pressioni, portate avanti attraverso notifiche in-app continue e "persistenti", costituirebbero una violazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali. Inoltre, ed è questo uno dei punti che ha spinto la Commissione a richiedere chiarimenti, ci sarebbero elementi di preoccupazione per lo scambio di dati personali degli utenti tra WhatsApp e terze parti o altre società di Facebook/Meta, il gruppo di cui fa parte l'app.

“WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano e come vengono utilizzati i loro dati personali, in particolare quando vengono condivisi con i partner commerciali. Mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme dell'Ue che tutelano i consumatori e la loro privacy", dice il commissario per la Giustizia, Didier Reynders. Nella sua lettera, la Commissione chiede a WhatsApp di rispondere "con impegni concreti su come affronterà le nostre preoccupazioni" entro la fine di febbraio.

Le richieste di Bruxelles sono: spiegare come l'app adempie ai propri obblighi ai sensi della legge Ue sulla protezione dei consumatori; se ai consumatori vengano fornite informazioni sufficientemente chiare sulle conseguenze della loro decisione di accettare o rifiutare i nuovi termini di servizio dell'azienda; l'equità delle notifiche in-app di WhatsApp che spingono i consumatori ad accettare i nuovi termini e la politica sulla privacy; e se i consumatori hanno un'opportunità adeguata per conoscere le nuove condizioni prima di accettarle. "La Commissione e le autorità dei consumatori sono anche preoccupate per lo scambio di dati personali degli utenti tra WhatsApp e terze parti o altre società di Facebook/Meta", conclude Bruxelles nella sua nota.

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