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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'euro / Romania

La Romania chiede di avere l'Euro entro il 2026, tre anni prima del previsto

Bucarest vuole accelerare rispetto a quanto previsto dai piani attuali, ma ad oggi le condizioni dei criteri economici non sono rispettate, parte del governo fa leva sul Pnrr per sciogliere il nodo

Il governo di Bucarest vuole anticipare l’adozione dell’euro al 2026, ben tre anni prima di quanto previsto dall’attuale piano di adesione alla moneta unica. Questo è quanto annunciato dal ministro delle Finanze, Adrian Caciu, il quale ha specificato come sia necessario soddisfare al 100% gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per riuscire nell’intento. Secondo il ministro, la piena realizzazione del piano permetterà al Paese di assorbire con maggior efficienza i fondi europei destinatigli, e grazie a questi interventi mettere in ordine i conti pubblici in modo da rispettare i criteri di Maastricht per l’accesso all’euro. Prima di poter entrare a far parte dell’Eurozona, ogni Paese europeo deve raggiungere un certo grado di stabilità economica soddisfando precisi criteri nominali e di finanza pubblica.

Nella sostanza l’economia nazionale di un dato Paese deve dimostrarsi capace di tenere a bada sia l’inflazione, ancorandola ad un valore non superiore a 1,5 punti percentuali rispetto ai tre Paesi europei con la performance migliore, che il tasso d’interesse di lungo periodo. A più riprese, Bucarest non è riuscita a rispettare questi criteri tra il 2008 ed il 2014, dimostrandosi più attenta sul lato delle finanze pubbliche, sempre verdi ad eccezione del 2010, anno della crisi dei debiti sovrani. In seguito alla crisi pandemica è stato il deficit pubblico a deteriorarsi, secondo Maastricht il rapporto tra questo ed il pil non può superare il 3%, ma nel biennio 2021-2022 questo è andato oltre i sette punti percentuali in Romania, come riportato dal Rapporto sulla convergenza Ue del giugno scorso.

Nelle previsioni della Banca nazionale di Romania la convergenza non si realizzerà prima del 2029, affermazioni confermate dai dati in mano alla Commissione europea, che hanno bocciato nuovamente i conti di Bucarest nel 2022. "La volontà politica c’è, ma lo sforzo economico per anticipare l’adesione è troppo grande e praticamente impossibile da realizzare a questo punto", ha dichiarato il consigliere del governatore della Banca nazionale romena, Adian Vasilescu. Secondo i più scettici, invece che un eventuale anticipo, si potrebbe incorrere in un ulteriore rinvio, oltre il 2029. Sarebbe l’ultimo di tanti, inizialmente la data di adesione del Paese all’Eurozona era fissata al 2014, poi rinviata al 2019 e successivamente al 2024, sempre per l’assenza di una reale e nominale convergenza economica verso le altre economie europee. La soglia del 2026 è per molti utopica, e l’unica manovra che potrebbe avvicinare l’economia della nazione al traguardo dell’euro sarebbe il varo di provvedimenti restrittivi, un progetto che aiuterebbe a risanare i conti pubblici, ma che non pare essere in cantiere e che implicherebbe un non trascurabile impoverimento della popolazione al netto della soddisfazione del Pnrr.  

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