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Martedì, 23 Aprile 2024
Fisco e multinazionali

Amazon non paga tasse su oltre 50 miliardi di vendite in Europa: ecco perché

Il gigante americano del commercio online non ha dovuto versare imposte societarie al Lussemburgo, Paese in cui ha sede la sua filiale europea, grazie ai conti in rosso

Nel 2021 Amazon ha incassato oltre 50 miliardi di euro dalle vendite al dettaglio in otto Paesi europei, inclusa l’Italia. Ciononostante, la filiale Ue del gigante del commercio online non ha dovuto pagare alcun importo in imposte societarie al Lussemburgo, Paese in cui si trova la sede di Amazon EU Sarl, la filiale europea della società fondata da Jeff Bezos. L’agenzia di stampa Bloomberg ha avuto accesso ai documenti aziendali che spiegano come sia possibile avere un trattamento fiscale così vantaggioso. 

“La principale attività di vendita al dettaglio europea di Amazon - ha precisato l’agenzia di stampa - ha registrato 1,16 miliardi di euro di perdite nel 2021”, nonostante il fatturato in crescita del 17% rispetto all’anno precedente. Il bilancio in rosso “ha consentito alla società di non pagare l'imposta sul reddito” e persino “di ricevere un miliardo di euro in crediti d’imposta”. 

Interrogato su come mai Amazon abbia concluso l’anno in passivo nonostante il successo in termini di volumi d’affari, il portavoce dell’azienda ha spiegato: “Stiamo investendo molto nella creazione di posti di lavoro e in infrastrutture in tutta Europa”. Il che ha comportato spese “per più di 100 miliardi di euro dal 2010”. “L'imposta sulle società - ha fatto notare l’azienda - si basa sui profitti, non sui ricavi, e l'anno scorso Amazon EU Sarl ha registrato una perdita poiché abbiamo aperto più di 50 nuovi siti in tutta Europa e creato oltre 65 mila posti di lavoro ben pagati, portando la nostra forza lavoro permanente europea a un totale di oltre 200 mila unità”, ha aggiunto il portavoce. Investimenti che hanno consentito ad Amazon di non versare tasse al fisco lussemburghese per le vendite effettuate in Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Svezia e Paesi Bassi.

“In tutta Europa, paghiamo un'imposta sulle società per centinaia di milioni di euro”, ha precisato il portavoce. Tuttavia, la versione di Amazon non convince le tante organizzazioni per la giustizia fiscale che puntano il dito contro la legislazione lussemburghese che permetterebbe al gigante del commercio online di avere un vantaggio iniquo sui competitor più piccoli. 

La stessa Commissione europea in passato ha provato a rompere il patto Amazon-Lussemburgo che, secondo Bruxelles, andrebbe a danno della competitività nel mercato europeo. L’esecutivo Ue aveva infatti stabilito che gli accordi con il Lussemburgo risalenti al 2003 erano aiuti di Stato illegittimi ai sensi delle norme Ue. La società americana aveva poi vinto un ricorso contro il pagamento da 250 milioni di euro richiesto da Bruxelles. L'anno scorso, la Commissione europea ha presentato ricorso alla Corte di giustizia dell'Ue contro quest’ultima scelta dei giudici.

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