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Giovedì, 28 Marzo 2024
La sanzione / Spagna

Niente contratto da dipendenti per i rider, la Spagna multa Glovo per 79 milioni di euro

Nel Paese, da un anno è in vigore una legge che obbliga le società di delivery ad assumere i corrieri. A far scattare le indagini sarebbe stata Uber Eats

La Spagna fa sul serio: ad appena un anno dall'entrata in vigore della legge che obbliga le società di delivery ad assumere i rider come dipendenti, il ministero del Lavoro ha comminato già la prima, maxi multa. A finire nel mirino, è stata Glovo, società tra l'altro creata proprio nel Paese iberico e oggi controllata dalla tedesca Delivery Hero.

La multa

Secondo quanto riportano i media locali, la sanzione ammonta a 79 milioni di euro, ed è legata a un'attività ispettiva che sarebbe stata sollecitata da altri big del settore, come Uber Eats, i quali si sarebbero invece adeguati alla nuova legge, assumendo i rider e tagliando i ponti con le agenzie di intermediari. Grazie alle indagini, riporta Reuters, gli ispettori avrebbero accertato che ben 10.600 corrieri tra Barcellona  e Valencia non sarebbero stati assunti da Glovo secondo le norme previste. 

La multa prevede anche una parte che servirà a coprire i contributi sociali non versati dalla società. La ministra del Lavoro spagnola Yolanda Diaz ha detto ai giornalisti a Madrid che Glovo "ha violato i diritti fondamentali del lavoro" e che "per questo motivo, sono state avviate azioni contro la società". L'azienda, dal canto suo, ha già annunciato che ricorrerà in appello e ha dichiarato di avere elementi a suo favore che non sarebbero stati presi in considerazione dall'ispettorato. 

La direttiva Ue

La Spagna sta guidando la battaglia in Europa contro il precariato nel mondo dei cosiddetti "gig worker". A fine 2021, anche la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva, meno netta di quella di Madrid, che prevede una serie di criteri per individuare se un lavoratore precario di una piattaforma online sia o meno un dipendente subordinato. Il testo di Bruxelles è adesso al tavolo dei negoziati con gli Stati membri, ma i lavori procedono a rilento. 

Secondo uno studio della Commissione, a oggi nell'Ue ci sono circa 500 piattaforme: se pagassero tutti i loro lavoratori come dipendenti, tali aziende dovrebbero versare intorno ai 5 miliardi di euro in più all'anno. Di questi, circa 4 miliardi riguarderebbero i contributi sociali e altre tasse sul lavoro. Lo studio sottolinea anche che tra il 2018 e il 2020, gli introiti delle piattaforme digitali nell'Ue sono passati da 8 a 14 miliardi di euro all'anno. Nello stesso periodo, la spesa per i lavoratori, però, è rimasta pressoché invariata: 6 miliardi all'anno. Il settore del delivery, in particolare, ha visto quadruplicare i profitti: nel 2020 ha incassato profitti per 8 miliardi, ma appena 1 miliardo è andato ai rider. 

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