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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Sono qui perché i miei nipoti non debbano vivere una crisi climatica peggiore di questa"

Per Dante Strada, "giovane nonno" milanese, quella ambientale è la vera emergenza: "Si incentivino i trasporti sostenibili a scapito delle auto"

Tra i 200 partecipanti al terzo panel dei cittadini alla Conferenza sul Futuro dell'Europa c'era Dante Strada, un " giovane nonno" di Milano. “Sono in pensione da due anni, prima ero responsabile di una linea di produzione di strumentazione scientifica da laboratorio: mi sono sempre occupato di ricerca, il nostro riferimento era farmaceutico ma negli ultimi anni stava crescendo l’aspetto ambientale. Ora mi occupo dei miei nipoti, e penso che il problema più grande sia quello legato alla crisi climatica”.

Cosa dovrebbe fare l’Unione europea secondo lei?
È una sfida che diventa più difficile ogni giorni che passa, ma penso che l’Ue debba cominciare a legiferare per limitare le emissioni legate ai trasporti: ora che l’emergenza Covid sta pian piano rientrando bisognerebbe disincentivare il dualismo una macchina-una persona. L’Europa dovrebbe invece incentivare l’uso dei mezzi pubblici, magari alimentati a energie rinnovabili come quella solare. Davvero, basta con l’uso dei carburanti fossili. E poi c’è il problema del trasporto su gomma delle merci, che andrebbe spostato su rotaia riconvertendo anche i camionisti e gli altri lavoratori della gomma perché nessuno perda il lavoro.

Quali sono le priorità con cui è venuto qui a Strasburgo?
La mia priorità è il futuro che posso dare a mia figlia e ai miei nipoti: una partita che si gioca tutta sull’ambiente. Ma sono fiducioso: la crisi climatica e la lotta ambientale ci uniranno come persone, Paesi e come comunità europea, anche se ci sono culture molto distanti da questo tema.

Come è andato il lavoro dell conferenza?
Sono molto contento, ho parlato con altri del mio gruppo e di altri gruppi e l’opinione sembra condivisa. Mi è piaciuto molto anche il lavoro del nostro moderatore, perché è riuscito a guidare bene la discussione affinché le diverse problematiche esposte diventassero proposte pratiche, perché è limitante parlare dei problemi dei singoli Stati e delle singole persone. Sono usciti spunti utili che poi sono rientrati nella discussione in plenaria. Lo trovo molto positivo.

Qual è la tua idea di Europa?
Vorrei che fosse una comunità sempre più unita, sempre più attenta ai temi sociali, come è successo durante la pandemia: l’Unione ha acquistato i vaccini facendo in modo che arrivassero anche agli abitanti dei Paesi del blocco più poveri. E poi l’Erasmus, di cui sono un grande estimatore, è un’occasione importante e speciale per i giovani e secondo me ha plasmato una generazione: nel mio gruppo c’erano quattro giovanissimi ragazzi tedeschi che hanno parlato con spontaneità e naturalezza, e si sono confrontati con noi italiani, con i greci e i ciprioti che viviamo difficoltà per loro sconosciute.

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